L’olio Fratelli Carli adotta il modello della società benefit
Continua l’impegno dell’azienda olearia ligure Fratelli Carli per la sostenibilità che è diventata quest’anno anche «Società Benefit». Un innovativo status giuridico, annuncia il produttore di Oneglia (Imperia), che permette di consolidare «l’ identità e la visione sostenibile» con l’impegno a generare nel lungo termine un impatto positivo sull’ambiente e le persone.
La società, già nel 2014 aveva ottenuto la certificazione americana B Corp (Benefit Corporation), che attesta l’alintesa impatto sociale e ambientale. «È un percorso in cui crediamo moltissimo» ha commentato Claudia Carli, brand marketing manager, esponente del la quarta generazione della famiglia di imprenditori dell’agroalimentare. Per ottenere la certificazione B Corp bisogna raggiungere la soglia minima di 80 punti, secondo il protocollo di valutazione chiamato B Impact Assessment (BIA) e quest’anno la società ne ha raggiunti 97.
Di proprietà della famiglia fondatrice ormai da 110 anni, (l’azienda è nata nel 1911), Fratelli Carli vende per corrispondenza e consegna a domicilio i propri prodotti in Italia e all’estero, conta 300 dipendenti, 140 automezzi per le consegne, oltre a un milione di clienti nel mondo e 16 Empori in Italia.
«Il passaggio a Società Benefit conferma un lungo percorso orientato al rispetto delle risorse umane e ambientali,
Statuto
Diventare «società benefit» significa inserire nello statuto gli obiettivi sostenibili
che già il mio bisnonno riteneva imprescindibile» ha aggiunto Claudia. Un ulteriore passo in avanti dunque per l’azienda che ha scritto così, nero su bianco gli obiettivi prefissati focalizzandosi su cinque tematiche: attenzione alle persone (sia clienti che collaboratori), ai materiali e prodotti, alla filiera di fornitura, all’energia e risorse e anche alla diffusione della cultura e delle tradizioni mediterranee. Con i fornitori l’azienda ha stilato anche un codice con linee guida di sostenibilità da rispettare. «Essere società benefit è essere un’azienda a 360 gradi, che tiene conto dell’ambiente, delle persone e di tutti gli stakeholder — ha concluso la manager. Il passaggio ci ha permesso di tradurre in termini giuridici i comportamenti virtuosi che contraddistinguono il nostro modo di lavorare. Pensiamo che mai come in questo periodo la nostra scelta possa avere un valore ancor più importante nei confronti del Pianeta che ci ospita».