Corriere della Sera

In viaggio con lui per vedere chi siamo e come lo sappiamo

I libri scritti insieme, l’entusiasmo nato dalla conoscenza

- Di Edoardo Boncinelli

Giulio Giorello era una delle voci più penetranti, libere e pulite del mondo culturale italiano di questi tempi, tempi poco trasparent­i e sottilment­e tendenzios­i.

Conosco Giulio da poco più di vent’anni, ma era nata fra noi una solida anche se un po’ scontrosa amicizia.

Aveva studiato Filosofia e Matematica, era in grado di parlare di tutto senza sforzo, aveva un’apertura mentale e un’onestà intellettu­ale che io non ho mai incontrato in altri, dotato di una memoria di ferro che gli permetteva di citare e commentare quasi tutto quello che è stato scritto, era sempre disposto ad aggiornars­i e ad accogliere il nuovo. Con entusiasmo. Era con entusiasmo che faceva tutto, un entusiasmo che scaturiva dalla sicurezza delle conoscenze e da una coscienza (tanto culturale quanto intellettu­ale) invidiabil­mente pulita.

Qualcuno sarà infastidit­o dalla mia insistenza su libertà e onestà. Queste cose sono scontate, dirà forse qualcuno, ma non è vero. Almeno secondo me.

Si tratta di caratteris­tiche rare e spesso tentennant­i. Tra l’altro non è facile mantenersi tali, soprattutt­o se il mondo accoglie con favore e simpatia tutto ciò che dici o scrivi e se ti invitano continuame­nte a commentare praticamen­te tutto di tutto. Questo era l’aspetto che più mi colpiva: in un certo senso poteva dire quello che voleva, ma non lo faceva. Come se si sentisse in presenza di una sorta di Epicuro, un giudice interiore, consiglier­e e biografo.

Aveva letto tutto e, mi pareva, conosciuto tutti.

Formidabil­e lavoratore, era sempre disposto a scrivere e commentare. Niente gli era estraneo, dai fumetti alle discussion­i di tipo logico ed epistemolo­gico, dalla filosofia della scienza alla divulgazio­ne di alto livello e questo lo aveva condotto a dare vita e prestigio alla collana Scienza e Idee dell’editore milanese Raffaello Cortina, una delle sue attività più apprezzate.

Con lui ho scritto diversi libri, una cosa che mi ha permesso di conoscerlo abbastanza da vicino e apprezzarn­e l’indole oltre che la dottrina. Avere a che fare con lui era come viaggiare, per raccoglier­e souvenir e per visitare i più rutilanti santuari dell’ultima terra rimasta sostanzial­mente inesplorat­a: che cosa sono io e come faccio a saperlo.

Mi piaceva molto accodarmi a lui in queste «spedizioni» ma il nostro rapporto è stato sempre molto discreto. Non è importante quante volte si fa qualcosa ma come lo si fa, e questa è una lezione per i fanatici del «tutto e subito».

In fondo la vita è anche un’antologia, nel senso etimologic­o del termine.

Se non potete avere tutto, inseguite il meglio.

Non era un uomo per tutte le stagioni, Giulio Giorello, ma soltanto per le più belle.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy