Pallotta «stanco» di Roma: prova a riaprire con Friedkin
«L’ultima offerta non era accettabile, ma se ha i soldi lo ascolterò: voglio lasciare il club in mani solide»
Chiamatelo, se volete, effetto Financial Times. Che a Roma non è il quotidiano più letto, ma è la Bibbia per chi gravita intorno alla finanza. Tre giorni fa il quotidiano ha dedicato un articolo alla trattativa per la cessione della Roma da Pallotta a Friedkin, prima bloccata dalla pandemia e poi saltata dopo l’ultima offerta del texano. «È stata una mossa rischiosa rifiutare 575 milioni» ha commentato una fonte del giornale.
Ieri, in un’intervista cucita su misura dai canali ufficiali del club, Pallotta ha messo nero su bianco il suo desiderio di vendere, mai espresso con così tanta chiarezza: «Sto invecchiando e penso al futuro: vorrei lasciare il club in mani solide. Vorrei qualcuno che sia una buona guida per la Roma e le permetta di poter competere come a tutti noi piacerebbe». E qui si inserisce quella che sembra una nuova proposta a Friedkin, anche se espressa con i modi tipici del bostoniano: «Il gruppo Friedkin si è avvicinato a noi e stavamo trovando un accordo... poi l’offerta si è trasformata in qualcosa di sempre meno appetibile. L’ultima offerta non era minimamente accettabile. Se il gruppo Friedkin avesse i soldi e volesse parlare ancora, avanzando un’offerta accettabile, lo ascolteremmo. È impossibile sapere se possa essere o meno il salvatore della Roma, come alcuni pensano. Di sicuro abbiamo persone che vogliono parlare con noi e, da fiduciari, dobbiamo ascoltarle».
L’offerta di Friedkin prevedeva 490 milioni a Pallotta e soci (che avrebbero così venduto in perdita, ma in una situazione di estrema difficoltà dovuta alla pandemia) e 85 milioni di finanziamento alla Roma. Soldi necessari per non mettere in vendita i gioielli di casa, tra i quali il più appetito è di sicuro Zaniolo, unico che può garantire una ricca plusvalenza, dentro una rosa di calciatori avanti con l’età e con ingaggi faraonici. «C’è incertezza ovunque nel calcio. Ci sono tante componenti in movimento e molto dipende da potenziali investimenti nel club». Se Friedkin non si rifarà avanti, toccherà a Goldman Sachs trovare altri acquirenti o soci di minoranza. Impresa ardua: la Roma chiuderà il bilancio al 30 giugno con un «rosso» a tre cifre.
Le parole di Pallotta hanno messo sullo sfondo il caso-petrachi. Il direttore sportivo — sotto contratto fino al 2022 a un milione e 200 mila euro netti a stagione — vorrebbe restare, ma la rottura con Pallotta è definitiva. Può salvarlo fino al termine della stagione la necessità di pensare solo alle partite, placando le polemiche, ma il d.s. ha contro presidente, allenatore e giocatori. Ha perso ogni potere, facendo gaffe continue. L’ultima è il messaggio mandato a Pallotta, per lamentarsi, trasformatosi nel peggiore dei boomerang.
Gli scenari
Il bilancio al 30 giugno avrà un rosso a tre cifre Il rischio è dover cedere i pezzi pregiati