Corriere della Sera

L’inter rimonta e vince Il Milan vede l’europa

- di Mario Sconcerti

Il campionato anomalo sta generando comunque una sorpresa. Conta la qualità, la tecnica, ma non fine a se stessa. Conta la forte borghesia del calcio, le squadre messe bene in campo, di media qualità, ma molto fisiche. Il Bologna, il Parma, il Cagliari, il Verona, il nuovo Napoli. Perde tutto chi non ha abbastanza classe per supportare la diaspora fisica. A conferma, le ultime sei su 12 partite hanno fatto appena 3 punti. Mentre tra le prime otto solo Lazio e Inter hanno lasciato punti nelle ultime 16 gare. Si aggravano le distanze. La Roma ha tre partite di distacco dall’atalanta, oggettivam­ente ormai fuori dalla Champions. La partita con il Milan dimostra la buona qualità di entrambe, ma la Roma cerca il pallone, non il gol. È accademica e piuttosto involuta in difesa. Il Milan va avanti nella ripresa come intenzioni e punteggio. È una squadra ideale per questo periodo lento e tecnico. Rebic è un’invenzione di Pioli. Ha sempre fatto la sua differenza con la velocità e la forza, un collegamen­to fra parti di campo, mai un goleador. Oggi sembra un Mertens più potente. Non sbaglia un’occasione e si diverte. Una volta Sarri proprio su Mertens mi disse quanto valesse poco la saggezza del calcio: nessuno si era accorto a 28 anni che Mertens era uno straordina­rio centravant­i. Ma non sbagliano sempre i tecnici, spesso sono gli uomini che cambiano. Rebic oggi crede in quello che fa e ha una buona squadra. Intanto l’atalanta è di nuovo in Champions ed è arrivata a 80 gol in 28 gare, 2,86 a partita. Con l’idea di

Champions tramonta l’idea di un calcio diverso per la Roma, sempre studioso, quasi mai intelligen­te. Sembra alla fine di un ciclo pieno di secondi e terzi posti, molte partecipaz­ioni convinte, mai una vittoria. Poi c’è l’inter: mi sembra un risultato largo, ma la prima regola del calcio è rispettare il campo. È stata un’inter diversa, più stanca, senza Eriksen, senza Lautaro, senza qualità nonostante il ritmo basso, con pochi cambi di velocità. La mia impression­e è che a Parma le sia andata benissimo. Magari è un augurio.

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