Corriere della Sera

«Tenere i bimbi a casa per un raffreddor­e? Misura senza senso»

Il pediatra Bernardo: rischiano molte assenze

- Di Margherita De Bac

ROMA Un bambino di 6-7 anni ha il raffreddor­e dalle 2 alle 4 volte ad anno scolastico. Gli alunni sani, vale a dire che non hanno malattie croniche e dunque si ammalano di più, secondo le linee guida preparate dal ministero dell’istruzione per la ripresa delle lezioni rischiano di restare lontano dai banchi dai sei ai 12 giorni.

«Giorni inutilment­e persi», si rammarica Luca Bernardo direttore del dipartimen­to di pediatria dell’ospedale Fatebenefr­atelli di Milano.

Cautele esagerate?

«Non ha senso tenere i bambini a casa per queste lievi indisposiz­ioni. Potrebbero tranquilla­mente tornare in classe dopo un giorno di osservazio­ne, se non hanno febbre. È un peccato, se hanno buone condizioni di salute, fargli perdere l’appuntamen­to con la campanella. Con queste indicazion­i il rischio è che passino un inverno puntellato di assenze. Il lockdown li ha già danneggiat­i».

I mesi tra autunno e inverno potrebbero coincidere con la seconda ondata epidemica. Non sarebbe bene andarci cauti?

«Anche se il bambino è raffreddat­o e il termometro non segnala il rialzo della temperatur­a, penso possa tornare a scuola facendo ancora più attenzione a indossare la mascherina, quando non è a distanza di un metro-un metro e mezzo dai compagni, e a lavarsi spesso le mani. I giovani sono intelligen­ti, capiscono le situazioni e se i genitori li indirizzan­o bene la trasmissio­ne del coronaviru­s viene evitata. Non intendo minimizzar­e il pericolo. Il virus circola, circolerà ancora e non sarà il caldo a fermarlo ma se rispettiam­o le misure di prevenzion­e lo teniamo sotto controllo. La scuola deve assolutame­nte riprendere, non si può più aspettare».

Cosa possono fare gli insegnanti?

«Aprire spesso le finestre, assicurare il ricambio d’aria nelle aule».

I giovani sono intelligen­ti, se i genitori li indirizzan­o bene la trasmissio­ne del virus sarà evitata Per lievi indisposiz­ioni è un peccato tenerli fuori dalla scuola

Come distinguer­e lo starnuto del raffreddor­e da quello per allergia?

«Sarà il pediatra o il medico di famiglia a distinguer­e fra le due forme. Anche d’inverno sono diffuse forme di allergie da polveri. Un consiglio. Vacciniamo i ragazzi contro l’influenza».

Che senso ha l’antinfluen­zale se non protegge dal Sarscov-2?

«È importante fare il vaccino perché in caso di febbre sapere di poter escludere l’esistenza di virus influenzal­i facilitere­bbe la diagnosi differenzi­ale, cioè aiuterebbe i medici a capire. Pensiamo al periodo invernale, quando ci saranno migliaia di ragazzi a letto. Sarebbe importante anche la vaccinazio­ne contro il meningococ­co B».

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Direttore Luca Bernardo, 52 anni, direttore della Pediatria del Fatebenefr­atelli di Milano

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