Corriere della Sera

Danza del ventre, video su Tiktok: l’egitto punisce la veterana Samia

- Francesco Battistini

Veli e doppi veli. Cimbalini e tamburelli. Corpetti e cavigliere. Se c’è un segreto che ancora si nasconde nell’egitto profondo, e da sempre spaventa quello ufficiale, non è il terrorismo. Da Napoleone a Mubarak, dai Fratelli musulmani ad Al Sisi, ogni padrone del Cairo prima o poi deve vedersela con le mascherate imperlinat­e della danza del ventre. Con quel che significa nell’allusione sessuale. Con quel che libera nei momenti di repression­e. Tutti a digitare raqs al-sharqi, le parole chiave del ballo orientale, e vai con gli ombelichi al vento. L’ultimo caso esplode su Tiktok, la piattaform­a cinese, e riguarda una delle ballerine più famose ed esperte: Samia Ahmed Attia Abdel Raman, in arte Sama al-masry, 44 anni, arrestata il 23 aprile e condannata ieri a tre anni di carcere, più altri tre con l’obbligo di firma e 16 mila euro di multa, per un video «che incita alla dissolutez­za e all’immoralità». Tutta galera che si farà: Al Sisi è sulla linea dell’amministra­zione Trump e dell’europa e ha deciso che questo Tiktok è una minaccia, una subdola forma di penetrazio­ne, e una punizione alla danzatrice farà d’esempio.

Balla che ti posto. Un tempo, sul Nilo c’erano 5 mila egiziane profession­iste del ventre. Oggi nei resort e nei grandi alberghi spopolano le russe o le brasiliane, che non sono brave uguali, ma hanno meno problemi con la religione e la tradizione. Sama è una delle poche veraci ancora su piazza. E oltre all’ombelico, sa muovere

E’ il social prediletto del movimento antirazzis­ta Usa, con i video danzanti di «Black Lives Matter». Ed è partito da lì il sabotaggio del comizio di Trump, biglietti prenotati online e i posti vuoti. Ha lanciato l’idea una donna di 50 anni, firmandosi «nonna Tiktok». bene la lingua e il mouse: sette anni fa, quando governavan­o gli islamisti di Morsi, finì nei guai per un video che irrideva il velo musulmano. E l’anno dopo, finì in prigione per un altro sketch sul presidente dello Zamalek, la sacra squadra di calcio cairota che nessuno può nominare invano.

Stavolta, la faccenda è più seria e Sama si difende dicendo che qualcuno le ha rubato l’account e ha diffuso quei video privati. Le accuse vanno dagli atti osceni all’incitament­o alla prostituzi­one, ma c’entra la stretta di vite che il regime sta imponendo a chi va troppo sul social cinese: pochi giorni prima di lei è finito dentro uno studente universita­rio, Hanin Hossam, che sempre su Tiktok avrebbe pagato le sue compagne di corso perché si filmassero con una certa libertà. «C’è una bella differenza fra libertà e dissolutez­za», la denuncia d’un deputato tradiziona­lista, John Talaat: «Coi video postati, i ragazzi stanno distruggen­do i valori della famiglia e violando la nostra Costituzio­ne».

La guerra di Al Sisi a Tiktok ha sponde robuste. Perché il suo miliardo di video scaricati

La danzatrice del ventre egiziana Sama al-masry, 44 anni, arrestata il 23 aprile, è stata condannata ieri a tre anni di carcere, più altri 3 con l’obbligo di firma e 16 mila euro di multa, per una serie di video che secondo i giudici «incitano alla dissolutez­za e all’immoralità»

- voluto dai cinesi nel 2018 per raggiunger­e la generazion­e X dai 13 anni in su, usato al 60% dai teenager, ormai diffuso in 150 Paesi e in 75 lingue – più di Instagram e Whatsapp sta diventando il mezzo ultrarapid­o per veicolare balli&canti apparentem­ente innocenti e, insieme, agitare le censure dei regimi e i sospetti dei governi democratic­i. La Cina per prima è riuscita a cancellare argomenti sensibili come Tienanmen, il Tibet o la setta religiosa Falun Gong. Ma solo qualche giorno fa in Georgia, Usa, s’è dovuto intervenir­e su ragazzini che inviavano video razzisti. E in Germania s’è trovata una rete di pedofili. Anche le questioni dei furti d’identità (la stessa che denuncia Sama) o dell’esproprio di dati personali sono ormai un tema sensibile. «Società tradiziona­li come quella egiziana faticano ad accettare i cambiament­i di questa tecnologia», dice Enessar Al-said, storica avvocata dei diritti umani al Cairo. Chiusa nel carcere dei più temuti oppositori, la danza macabra di Sama è solo cominciata. E il suo account Tiktok è stato subito disattivat­o.

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