Al Piccolo finisce l’era Escobar: lettera di dimissioni a sorpresa
Dopo 22 anni lascia la guida del teatro prima della scadenza naturale
C olpo di scena al Piccolo di Milano. Dopo 22 anni alla guida del teatro fondato nel ’47 da Grassi e Strehler, Sergio Escobar ha ieri rassegnato a sorpresa le dimissioni, scrivendo al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.
Dopo la protesta dei lavoratori che aveva pressoché sfiduciato la direzione, Escobar si era detto disponibile a restare fino al 30 novembre, anche se il suo mandato scade a fine settembre. Ora annuncia che se ne andrà improrogabilmente il 31 luglio: una mossa inaspettata, tutta da spiegare. Così si accelerano i tempi per trovare un sostituto ma non è detto che il Consiglio di amministrazione che si riunirà oggi decida di seguire la procedura d’urgenza, a chiamata diretta e non con una selezione pubblica con gara di presentazione e valutazione di progetti come s’addice a un ente pubblico. È probabile che il Consiglio decida di seguire le regole di trasparenza invocate dai lavoratori del teatro, che hanno chiesto informazioni sui tempi in una lettera inviata alle istituzioni, rimasta senza risposta, sollecitando «una procedura di selezione chiara, trasparente, pubblicamente espressa, attraverso la quale siano valutati
Candidati
● Tra i candidati alla successione di Sergio Escobar: Carmelo Rifici (foto), direttore della Scuola del Piccolo, ex assistente di Luca Ronconi e ora alla guida del Lac di Lugano; Filippo Fonsatti, direttore dello Stabile di Torino; Antonio Calbi, sovrintendente dell’inda di Siracusa; Umberto Angelini, curatore del Teatro dell’arte di Milano i progetti artistici e le relative candidature». Del resto anche alla Scala c’è stato un pacifico periodo di interregno tra Pereira e Meyer.
Nella lettera a Franceschini Escobar scrive: «È con questo spirito, che oso definire “di servizio”, che mi accingo a sottoporti, dopo 22 anni di appassionante e appassionato lavoro le mie dimissioni. Sono certo che in questo arco di tempo sarà individuato e nominato un nuovo direttore che saprà proseguire nella continuità di responsabilità e rinnovamento di scelte il ruolo del Piccolo Teatro». E ribadisce una piena, leale disponibilità per garantire il miglior passaggio di consegne.
I nomi che si fanno per la successione (incassato, pare, il no di Mario Martone) sono quelli di Carmelo Rifici, direttore della scuola del Piccolo, ex assistente di Ronconi ora alla guida del Lac di Lugano, un segno di qualificata continuità; Filippo Fonsatti, direttore dello Stabile di Torino; Antonio Calbi, già responsabile della Cultura al Comune e ora sovrintendente dell’inda di Siracusa; Umberto Angelini, curatore del Teatro dell’arte che gode delle meritate simpatie di Del Corno e Boeri.
Dal teatro i lavoratori insistono sulla necessità di un dialogo totalmente assente
Manager Sergio Escobar è nato a Milano il 3 novembre 1950. Dal 1998 è direttore del Piccolo Teatro di Milano nei mesi scorsi. Il sindaco Sala esprime la sua profonda gratitudine ad Escobar per il lavoro svolto nella seconda fase storica del Piccolo in lealtà alla missione originale citando il successo di molti spettacoli legati a Ronconi, le 300.000 e oltre presenze annue «riuscendo sempre a parlare a Milano e al mondo intero».
Il ministro Franceschini che ha concesso lo statuto di autonomia risponde ringraziando Escobar per il lavoro svolto, ribadendo il Piccolo «eccellenza italiana, punto di riferimento della produzione europea, una realtà vivace e attenta alle nuove generazioni che negli anni ha saputo accentuare la propria dimensione internazionale e interdisciplinare». Certo ora bisogna recuperare il tempo perduto, i lavori di restauro dirigenziale avrebbero dovuto iniziare molto tempo fa da parte del Consiglio di amministrazione presieduto da Salvatore Carrubba, i cui 6 membri dovranno ora decidere come agire e quale tipo di figura nominare, un direttore che poi avrà il compito di affiancare un collaboratore artistico-regista, nella migliore idea di coppia culturale che passerà al vaglio di ministro e sindaco.
I tempi
Il direttore andrà via il 31 luglio e così si accelerano i tempi per trovare un sostituto