Corriere della Sera

«Sì, voglio fa’ l’americano ma con stile tutto italiano»

Ha riempito le strade di Hummer, ora Cavarzan punta sui muscle-suv

- di Sara Gandolfi

Dedicato a quel bambino di otto anni che si faceva lasciare da papà a 400 metri dall’ingresso di scuola, perché non voleva farsi vedere dai compagni su una Mustang bianca con i sedili rossi, «allora in Italia si girava in 600». Eppure quell’auto, il Sogno americano, ha segnato il suo futuro. Dedicato a quel ragazzo diventato più grande, che a 17 anni fu mandato dal papà a farsi le ossa nel concession­ario di un amico, «ma mi raccomando, non lo pagate!». Sono le basi di una storia di successo tutta italiana, ma definita dalla passione per il mondo a stelle e strisce. È la storia di Hermes Cavarzan, ad del Gruppo Cavauto, punto di riferiment­o per l’importazio­ne di auto americane (Cadillac, Corvette, Chevrolet, Dodge, Ram) e ideatore di un marchio, Militem, con tre serie limitate in gamma: Hero, Ferox e Magnum, «mutazioni» esagerate e lussuose delle Jeep Renegade e Wrangler JL e del pick up Ram 1500 Classic.

Le sue auto le ami o le odi. Sono sbruffone, scorrette, uniche. Per salirci devi avere gambe molto lunghe o ginocchia salde perché arrampicar­si su una macchina con gomme da 20’’ (nel nostro caso una Hero, ovvero la Jeep Renegade rivista in chiave Militem, muscolosa, con ampi interventi su frontale e passaruota, ed interni da premium car) non è impresa per tutti. Quando ti metti al volante, però, sei una spanna sopra gli altri e di una cosa sei sicuro: in strada, tutti ti guardano. Cavarzan sorride: «No, non sono auto per “fighetti”. Il nostro è un cliente che vuole un prodotto unico. Come il vestito su misura». E, alla base, c’è sempre il richiamo alla grandeur americana su quattro ruote.

Una passione che Cavarzan nutre fin da bambino, in quell’azienda di autotraspo­rti

Passioni

Amavo i cavalli, sognavo di modificare il loro DNA per farli diventare più veloci. Ma un giorno...

aperta dal padre e dallo zio in Svizzera, dove giravano un sacco di auto «made in Usa». «Io lì non ci volevo lavorare, la logistica non mi piaceva e così, con l’aiuto di papà, finiti gli studi ho aperto un piccolo punto vendita Volvo, che poi è diventato concession­ario, quindi ho cominciato a lavorare con la General Motors racconta l’imprendito­re - ad importare e distribuir­e auto americane». Fino alla comparsa della Hummer, nel 2003. Cavarzan diventò l’importator­e ufficiale dell’h2, un bestione da 5 metri per 2, e poi dell’h3, lanciato come «veicolo moda». «In Italia ha fatto il doppio delle vendite della Germania, quasi 100 mese». Quando nel 2008 General Motors fallì, però, anche i fan italiani dell’auto monstre restarono orfani. Cavarzan ampliò le importazio­ni della sua Cavauto American Division e poi decise di produrre da sé delle vetture fuori dagli schemi, un nuovo marchio.

Militem - «che viene dal latino e significa cavaliere, non militare» - unisce tecnologia americana e design italiano. «Abbiamo due centri stile e la meccanica è curata da un ingegnere con una lunga esperienza di Parigi-dakar e con le migliori case automobili­stiche europee. Produciamo veicoli che devono viaggiare sulle strade europee, non americane, per questo tutta la ciclistica è fatta qui in Italia. E facciamo riferiment­o alla tradizione dei carrozzier­i italiani degli anni ‘50 con materiali pregiati e grande artigianal­ità». Nel 2017 Militem ha iniziato le vendite dirette in Italia, entro fine anno partirà la rete di punti vendita, anche nel resto d’europa.

E il futuro? Cavarzan dice sì all’ibrido - «i nostri modelli sono pronti» - e no all’elettrico - «mi fa paura stare seduto sopra ai 47 kwh della Tesla» ma soprattutt­o il visionario della Brianza vede strade piene di pick-up, la macchina con il cassone che in America ha da tempo soppiantat­o il Suv. «È perfetta per il tempo libero, ci puoi caricare bici, tavola da surf, sci, casse di vino». Non a caso, presto lancerà la versione pick up di Ferox.

Al suo fianco, in azienda, lavorano i due figli. Resta invece in un cassetto la laurea in Scienze della produzione animale. «Amavo i cavalli, sognavo di modificare il loro DNA per farli diventare sempre più veloci, ma un giorno, a San Siro, sono stato disarciona­to...». Molto meglio modificare il DNA delle auto.

Ricordi di bambino

Mio papà mi portava a scuola in Mustang, ma io mi vergognavo. Allora in Italia si girava in 600

 ??  ?? Qui sopra, la Militem Hero, versione modificata della Jeep Renegade. A sinistra, Militem Ferox, derivata da Jeep Wrangler
Qui sopra, la Militem Hero, versione modificata della Jeep Renegade. A sinistra, Militem Ferox, derivata da Jeep Wrangler
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