La Lazio vince in rimonta La Juve domina a Genova
Dybala, Ronaldo e Douglas Costa colpiscono Il Genoa si inchina, continua la fuga solitaria
GENOVA La sesta vittoria consecutiva, la decima in trasferta, è una risposta decisa alla Lazio nella corsa allo scudetto. La Juventus non perde un colpo: tre successi prima del lungo lockdown e altri tre adesso nel segno della continuità, se non di prestazioni, almeno di risultati. E chi vince ha sempre ragione. Eppoi il gioco serve per davvero, quando puoi contare su due fenomeni come Dybala e Ronaldo, sempre a segno insieme in campionato dopo la pandemia? Il Genoa resta tramortito. Paulo all’inizio del secondo tempo rompe l’equilibrio, quarto gol in quattro partite, come non riusciva a fare dal settembre del 2017. Il gemello Ronaldo lo imita 6’ più tardi con un destro terrificante da fuori area. Perin, sino a quel momento il migliore della sua squadra, non può che arrendersi.
La Juve risponde subito alla Lazio e la rispedisce a meno quattro ristabilendo le distanze. Resta però aperto il braccio di ferro per lo scudetto. Il calendario della regina adesso si fa in salita: il derby, la trasferta di San Siro con il Milan e l’atalanta allo Stadium nei prossimi dieci giorni potrebbero chiarire la situazione in attesa dello scontro diretto del 20 luglio con Inzaghino.
Sarri nel frattempo può essere contento. Anche perché qualche progresso sul piano del gioco si nota. Lampi di sarrismo nel vuoto di Marassi. Per assurdo più nel primo tempo, che finisce senza gol, rispetto alla ripresa in cui la Juve chiude in fretta la pratica. La difesa è alta, il centrocampo dinamico prima nel recupero palla e poi nell’impostazione, il tridente si muove moltissimo per non dare punti di riferimento. Tutto funziona bene. I terzini, Cuadrado
e Danilo, spingono moltissimo; De Ligt gioca con bella padronanza senza andare mai in difficoltà, Pjanic si fa apprezzare nella prima gara da giocatore del Barcellona. Contro il Lecce nel primo tempo c’era stato un solo tiro di Rabiot nello specchio della porta. A Marassi ben 5, anche se solo 2 (su 3) di Ronaldo creano problemi all’ex Perin.
Il Genoa fa quello che può. L’anima non gli manca. Nicola sceglie l’attacco giovane con Favilli e Pinamonti, ma la squadra, preoccupata soprattutto di non prenderle, gioca corta e stretta, quasi sempre sotto palla, chiudendo i varchi e aumentando la densità davanti alla propria area di rigore. Il piano di Nicola dura un tempo. Nel secondo l’allenatore toglie gli ammoniti Schone e Favilli e inserisce Lerager e Sanabria. Sarri, invece, aspetta e ha ragione. Perché alla fine il talento paga. Dopo cinque minuti Dybala si muove leggero in mezzo a tre avversari e fulmina Perin, piegando la partita dalla parte della Juventus. Ronaldo allunga con un destro fiammante da fuori area e va a festeggiare in panchina. Il 3-0 di Douglas Costa, entrato al posto di Bernardeschi, è un altro capolavoro. L’acuto di Pinamonti rende meno amara la sconfitta del Genoa. La squadra di Nicola, sin che non si svegliano i nuovi gemelli, tiene bene il campo e mostra l’ardore e il coraggio necessari per rimanere in serie A. La Juve continua per la sua strada. Forse sente avvicinarsi lo scudetto, il nono della serie. Di sicuro non si può distrarre. Perché dopo il coronavirus il calcio è diverso, nuovo, strano. Gli equilibri possono cambiare in un momento. La regina sembra averlo capito.