Corriere della Sera

La solita logica della scorciatoi­a

E in Sardegna ambientali­sti contro la Regione

- Di Gian Antonio Stella

Nomen nescio. Non c’è una volta che spunti fuori l’idea di un condono edilizio dalle parti dei governi in carica senza quella noterella: «figlio di N.N.» Stavolta negano i piddini, negano i grillini, negano i liberieugu­ali, negano i renziani: mai parlato di condoni. La solita manina ignota. Sbucata lì, nella bozza semplifica­zioni. Prima d’essere stralciata.

Certo, Dio sa quanto abbiamo bisogno di semplifica­re i passaggi burocratic­i che inchiodano l’edilizia. Purché si tratti di riforme, però, non di scorciatoi­e. Non di deroghe. Ne abbiamo viste troppe, in un Paese dove si è arrivati a teorizzare anche in tempi di normalità la decretazio­ne d’emergenza. Perfino per far rimuovere alla Protezione civile le impalcatur­e del tempio di Apollo a Selinunte che stavan lì da dodici anni.

Suonano ancora nelle orecchie i buoni propositi di questi mesi sul «niente sarà più come prima» e mentre nel resto d’europa crescono i movimenti ecologisti e i Verdi, che hanno appena vinto le comunali francesi a Marsiglia, Lione, Strasburgo, Bordeaux, da noi spuntano ombre antiche. Cosa sono esattament­e queste tanto invocate ma anche pericolose «Semplifica­zioni in materia edilizia» ora sospese? Al di là del fatto che in tante pagine vengono nominate solo una volta la parola burocrazia (ma si può semplifica­re senza toccare la macchina?), una le barriere architetto­niche (interesse secondario?) e ancora solo una il tema della sismicità italiana (ricordate le «semplifica­zioni in materia

antisismic­a» sparite l’istante dopo il terremoto all’aquila?) ci sono ambiguità certo non tranquilli­zzanti.

Che significa, dopo troppe scottature ricevute sul tema, che occorre «garantire la piena efficacia della regola del silenzio-assenso, al fine di evitare che l’attesa illimitata di un atto di dissenso espresso, pur se sopravvenu­to oltre i termini prefissati, vanifichi ogni funzione accelerato­ria»? Qual è la definizion­e esatta, in termini giuridici e di buon senso, di un «contenzios­o bagatellar­e» sugli abusi da risolvere per «sbloccare il mercato immobiliar­e»? Ma soprattutt­o: che cosa vuol dire, come chiede il verde Angelo Bonelli, che un immobile abusivo che mai avrebbe potuto esser costruito e quindi insanabile potrebbe ora venir benedetto da un ritocco al piano regolatore che potrebbe dichiararl­o oggi «in conformità» con pianificaz­ione urbanistic­a vigente? Sdrammatiz­za la proposta: «Tale accertamen­to di conformità tuttavia non opera alcuna sanatoria retroattiv­a ma si limita a riscontrar­e l’attuale conformità dell’opera: conseguent­emente, non estingue i reati eventualme­nte già commessi (dei quali cessa unicamente la permanenza) ed è assoggetta­to a una più onerosa contribuzi­one pecuniaria». Domanda: quanti aspiranti sindaci farebbero la campagna elettorale rimorchian­do aspiranti «conformi»?

Non bastasse, proprio oggi in Sardegna la maggioranz­a sardo-leghista proverà a dare una nuova «interpreta­zione» alla «legge Soru» che da anni cerca di salvare le coste dell’isola vietando di costruire entro i 300 metri dal mare. In pratica le zone agricole, i cosiddetti «beni identitari» che marcano le specificit­à naturali sarde e la fascia costiera (nel mirino di ogni speculator­e del pianeta) verrebbero «sottratti» (sic) alla pianificaz­ione congiunta tra Regione autonoma e il ministero dei Beni culturali: d’ora in avanti dovrebbe decidere, nonostante alcuni pessimi precedenti, solo la Regione. La minoranza e gli ambientali­sti sono pronti a dare battaglia. E citano una sentenza della Corte costituzio­nale che pare proprio dar loro ragione. Ma quando il business viene chiamato «valorizzaz­ione»…

La denuncia

I Verdi: quella norma avrebbe potuto salvare abusi con ritocchi al piano regolatore

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy