Corriere della Sera

In nome del buon nome

- di Massimo Gramellini

Poiché il Covid ci ha resi più buoni, appena ho saputo che il consiglio comunale di Pescara aveva negato solidariet­à a un ragazzo mandato in ospedale con la mascella a pezzi da una banda di balordi mentre camminava mano nella mano sul lungomare con un’altra persona del suo sesso, istintivam­ente ho pensato a una fake news. Chi mai, nell’anno della pandemia affratella­nte e degli abbattitor­i di statue retrograde, potrebbe sottrarsi a un gesto tanto semplice da apparire scontato, quasi banale? Appurato che la notizia era vera, e che la maggioranz­a destrorsa del consiglio si era rifiutata finanche di costituirs­i parte civile nel processo, ho letto con sincero interesse le spiegazion­i del sindaco, immaginand­olo in possesso di elementi ignoti ai più, magari che la mascella del ferito era andata volontaria­mente a sbattere contro le nocche di alcuni passanti.

Per fortuna, e questo mi ha molto rasserenat­o, il sindaco ha riconosciu­to che pestare a sangue quel ragazzo era stato piuttosto disdicevol­e. Ma poi ha aggiunto un guizzo che mi ha spiazzato: sottolinea­re pubblicame­nte l’accaduto, ha detto, infanghere­bbe il buon nome della città. Se dunque ho capito bene, per la maggioranz­a che governa Pescara, schierare Pescara contro chi picchia i gay equivale a riconoscer­e che a Pescara vi siano persone allergiche ai gay. E poiché questo configurer­ebbe un insulto al buon nome di Pescara, è molto meglio far credere che allergico ai gay sia soltanto il consiglio comunale.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy