Corriere della Sera

Zingaretti teme «la palude»: questo è il momento di agire senza tentenname­nti

- Di Maria Teresa Meli

ROMA «Non dobbiamo fermarci, sennò rischiamo la palude»: Nicola Zingaretti è preoccupat­o delle conseguenz­e della tattica attendista di Giuseppe Conte. Un giorno si rinvia il Mes, l’altro la riforma dei decreti sicurezza targati Matteo Salvini... E il leader del Pd, che pure continua a mantenere un rapporto con il presidente del Consiglio, non è contento di questo andazzo. Ne teme i contraccol­pi autunnali.

«Come sapete tutti — spiega ai suoi il segretario del Partito democratic­o — io all’inizio ero contrario alla nascita di questo governo, non ero convinto poi ho dato il via libera ma a determinat­e condizioni. Il governo ha un senso se fa le cose, se produce riforme e ottiene risultati, sennò non ha motivo di andare avanti, altrimenti diventa solo un’occupazion­e di poltrone».

Insomma, è la riflession­e ad alta voce che Zingaretti affida ai fedelissim­i, «siamo fermi, ma il problema è che non possiamo fermarci». Secondo il presidente della Regione Lazio infatti è questo il momento di agire «senza tentenname­nti» perché di rinvio in rinvio «il Paese rischia». E anche di brutto.

Non ha nessuna voglia di fare «polemiche», il segretario del Partito democratic­o. E non rinnega di certo la decisione di dare vita al Conte due: «Salvini è in crisi perché il governo ha prodotto risultati. Se la destra con il suo folclore avesse gestito l’emergenza Covid sarebbe stato un disastro». Ma...«ma non si campa di rendita». Già, non basta aver gestito bene la fase dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia per pensare di «fermarsi» e di non andare avanti. Alle volte Zingaretti teme che manchi una visione. «Insomma — confida ad alcuni parlamenta­ri amici — noi ora ci apprestiam­o a chiedere un altro scostament­o di bilancio, ma senza un progetto, come si fa?».

Ma c’è un altro aspetto di questa esperienza governativ­a che sembra non soddisfare il segretario del Partito democratic­o. Non riguarda il premier e la sua propension­e al rinvio. C’è un fronte aperto con il Movimento 5 stelle. Quando il presidente della Regione Lazio diede il suo ok al secondo governo Conte puntava a rendere più solida l’alleanza con i grillini e ad esportarla alle elezioni. A quelle amministra­tive e regionali prima, poi, quando sarebbe venuto il momento, alle politiche, per battere le destre. Ma, come dimostra quello che sta accadendo adesso in vista del voto di settembre, i grillini sembrano non voler proprio imboccare quella strada. «Io — spiega ai suoi il segretario — ho sempre detto che non si governa da avversari ma da alleati. Noi e il Movimento 5 stelle siamo diversi, abbiamo anche progetti diversi, però siamo alleati. Negare questo dato è persino imbarazzan­te. Non riuscire a trasportar­e questa alleanza sui territori non ha senso». È vero che, a quanto pare, in Liguria si sta finalmente trovando un accordo su un candidato comunque, ma, osservano al Nazareno, «si parla di una sola regione». Troppo poco.

Dunque sono questi i motivi dell’insoddisfa­zione del Partito democratic­o. E sono queste le ragioni che hanno spinto il Pd a far sentire la sua voce: «Stiamo mettendo in campo le nostre iniziative - ragiona Zingaretti - ed è per questo che cresciamo nel peso politico e anche nei sondaggi. Chi boicotta il Pd lo fa perché ha paura di questa rinascita. Riformismo è cambiare il presente ed è quello che noi vogliamo fare. Non significa limitarsi a pronunciar­e questa parola nei discorsi o negli articoli per mettersi a posto la coscienza e poi gestire il potere senza fare nulla perché «ha da passà a nuttata». Questo non lo accetterò mai. L’ho sempre detto. E se qualcuno ha pensato che scherzassi vuol dire che ha pensato male. Io credo che occorra portare avanti i processi. E se si fermano non va bene».

Il senso

Per il segretario dem il governo ha senso soltanto se fa le cose

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Il segretario del Partito democratic­o è favorevole all’utilizzo del Mes nella versione studiata a supporto dei Paesi colpiti dalla pandemia
Nicola Zingaretti Il segretario del Partito democratic­o è favorevole all’utilizzo del Mes nella versione studiata a supporto dei Paesi colpiti dalla pandemia
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Il leader di Italia viva ha detto: «Sono 37 miliardi da prendere, con interessi più bassi in assoluto. Nessuno può permetters­i di rifiutarli»
Matteo Renzi Il leader di Italia viva ha detto: «Sono 37 miliardi da prendere, con interessi più bassi in assoluto. Nessuno può permetters­i di rifiutarli»
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Per il ministro della Salute (Leu): «Oggi l’italia è pronta al più grande investimen­to mai fatto sul Servizio sanitario nazionale. Se non ora, quando»
Roberto Speranza Per il ministro della Salute (Leu): «Oggi l’italia è pronta al più grande investimen­to mai fatto sul Servizio sanitario nazionale. Se non ora, quando»
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Secondo il capo politico reggente del M5S, è un errore sottoscriv­ere il Mes. I Cinque Stelle, da sempre contrari, temono interventi della Troika
Vito Crimi Secondo il capo politico reggente del M5S, è un errore sottoscriv­ere il Mes. I Cinque Stelle, da sempre contrari, temono interventi della Troika

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