L’UE riapre, Roma impone la quarantena
Pubblicata la lista: la Cina tra i 15 Paesi ammessi. No agli Usa. Fauci: rischiamo 100mila contagi al giorno
Al termine di un negoziato complesso le capitali europee hanno dato il via libera alla lista di 15 Paesi extra Ue nei confronti dei quali aprire da oggi i confini esterni, dopo il blocco ai viaggi non essenziali verso l’unione introdotto a metà marzo nel tentativo di contenere la diffusione del coronavirus. Il nostro Paese ha votato a favore della lista, ma la posizione del governo resta improntata alla linea della «massima precauzione»: rimane in vigore l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria per tutti i cittadini provenienti dai Paesi extra-schengen, anche da quelli compresi nella lista.
Il ministro della Salute, Roberto
Speranza, ha firmato l’ordinanza che stabilisce la riapertura delle nostre frontiere, mantenendo però la quarantena. L’ordinanza aggiunge anche la comprovata ragione di studio ai motivi che consentono l’ingresso: esigenze lavorative, di salute e urgenza. Per Speranza il rischio di una nuova ondata di contagi in arrivo dall’estero è ancora troppo alto: «Dobbiamo evitare — ha detto — di vanificare i sacrifici fatti».
Potranno entrare nell’area Schengen i visitatori che provengono e hanno la residenza in Marocco, Algeria, Tunisia, Serbia, Montenegro, Georgia, Canada, Uruguay, Thailandia, Corea del Sud, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e Rwanda. Porte aperte anche alla Cina ma è «soggetta a conferma di reciprocità», cioè dovrà eliminare a sua volta la quarantena obbligatoria nei confronti dei cittadini europei. Il criterio discriminante è la residenza e non la nazionalità. Per il momento sono esclusi gli Stati Uniti, la Russia,
14 i giorni dopo i quali verrà aggiornata la lista dei Paesi stilata dall’ue sulla base di criteri epidemiologici e della capacità di risposta al virus
il Brasile e l’india per l’alto numero di contagi. Fuori dalla lista anche Israele.
La situazione negli Usa è critica, si è registrata una media di 40 mila nuovi casi al giorno nell’ultima settimana. Il virologo Anthony Fauci ieri ha lanciato l’allarme durante un’audizione al Congresso: gli Stati Uniti, ha dichiarato, potrebbero arrivare a vedere almeno 100 mila nuovi casi al giorno di contagi. Fauci ha sottolineato che l’impennata attuale dei contagi in numerosi Stati Usa «mette a rischio l’intero Paese». Il presidente degli Usa Donald Trump non ha gradito l’esclusione degli Stati Uniti e sta valutando come reagire, se estendendo il blocco delle frontiere agli europei o agendo sui dazi.
La lista stilata dall’ue verrà aggiornata ogni 14 giorni in base a criteri epidemiologici e alla capacità degli Stati di contenere la pandemia. La votazione è stata a maggioranza qualificata. Si sarebbero astenuti — che equivale a voto contrario — Austria, Bulgaria, Portogallo, Cipro e Polonia. Le frontiere sono competenza esclusiva degli Stati membri, la raccomandazione del Consiglio non è vincolante ma ha l’obiettivo di coordinare i Paesi dell’area Schengen, all’interno della quale è prevista la libera circolazione delle persone. Il rischio è che un atteggiamento lasco da parte di uno Stato faccia richiudere le frontiere interne dell’ue.
La residenza
Il criterio discriminante sarà la residenza del viaggiatore e non la nazionalità