Il giallo del prof trovato morto «Non è stato un colpo di pistola»
Crema, senza scarpe e con un foro in testa. La moglie sotto choc è indagata
L’autopsia non ha tolto i dubbi, ma ne ha aggiunti. Non è stato un colpo di arma da fuoco a uccidere Mauro Pamiro, 44 anni, il professore di informatica all’istituto Galilei di Crema, ritrovato cadavere, senza scarpe e con un foro in fronte, alle 8 di lunedì mattina all’interno di un cantiere in via don Mazzolari, nel quartiere Sabbioni, a circa duecento metri dalla villetta di via Biondini dove l’insegnante appassionato di musica abitava con la moglie Debora Stella, 40 anni, grafica pubblicitaria.
L’insegnante è morto in seguito alle lesioni causate da «precipitazione». Accanto al corpo non è stato trovato sangue, ma resta il mistero di quel buco in piena fronte causato da un oggetto molto appuntito. Pamiro si è suicidato? Qualcuno l’ha colpito altrove, lo ha portato successivamente nel cantiere e poi lo ha spinto giù dal ponteggio? Ogni ipotesi è ancora aperta per gli uomini della Squadra Mobile di Cremona e i poliziotti del commissariato di Crema coordinati, nell’indagine, dal sostituto procuratore Davide Rocco.
La moglie del docente è indagata a piede libero per omicidio: un atto dovuto in funzione dell’esame autoptico. Sentita a lungo lunedì, dopo il rinvenimento del cadavere, Debora è apparsa agli investigatori molto confusa: non è stata in grado di raccontare le ultime ore di vita del marito. È ricoverata all’ospedale Maggiore in stato di choc. E gli investigatori vogliono capire il perché si trovi in quelle condizioni.
Nel cantiere, posto sotto sequestro, ieri è tornata la Scientifica per completare i rilievi. E sotto sequestro è stata messa anche la villetta dove viveva la coppia e al cui interno non è stato trovato nulla che possa far ipotizzare una colluttazione o qualcosa d’altro che possa essere costato la vita a Pamieri.
Gli inquirenti stanno analizzando i telefonini di marito e moglie e i pc. Spunti investigativi interessanti potrebbero arrivare dalle fotografie postate su Facebook dalla moglie domenica scorsa. In particolare, Debora Stella ha pubblicato la scena di due uomini che si prendono per il collo. È il frame del film «I segreti di Twin Peaks», serie televisiva statunitense ideata da David Lynch e Mark Frost. Non solo. Vicino a un’altra fotografia, sempre tratta dalla fiction americana, alle 13,38 la moglie ha scritto: «Sei tu il nano malefico. O forse sono io?» . E sempre domenica, ha cambiato l’immagine del profilo, pubblicando, alle 13,31, una foto scattata in un angolo di campagna con degli alberi. Tanto che un amico le ha scritto: «N du set», dove sei. E lei, più tardi, a mezzanotte e mezza, gli risponderà: «Non lo so nemmeno io».
Resta dunque ancora un giallo la morte del professore che ha scosso l’intera cittadina di Crema. Debora e Mauro si erano conosciuti da ragazzi, erano sposati da undici anni, non avevano figli e conducevano una vita apparentemente normale. Dopo il diploma al liceo Scientifico Leonardo Da Vinci di Crema, Pamieri si era laureato in Informatica presso la sede distaccata, in via Bramante, dell’università degli Studi di Milano. Da otto anni insegnava all’istituto Galilei, dove i suoi colleghi sono sconvolti. Dieci giorni fa aveva terminato gli esami di maturità.
Le indagini
Sotto esame pc e telefoni: i post di lei sui social con le immagini di Twin Peaks
Aveva fatto parte di una commissione. «Ci è sembrato che il suo comportamento fosse assolutamente normale», ricorda il vicepreside Davide Pagliarini, mentre il collega Nino Antonaccio si dice incredulo: «È un insegnante che ci mancherà. Noi colleghi lo ricorderemo sempre, così come i suoi studenti, perché era una bella persona».
La sua grande passione, assieme alla scuola, era la musica. Ottimo chitarrista, Pamieri aveva appena terminato di incidere un cd con il suo gruppo «Speak in tongues». Cantava, teneva serate e concerti. Ed era un convinto ambientalista, sostenitore delle campagne di Greenpeace. I suoi amici lo descrivono come «un ragazzo semplice, dal carattere aperto e gioviale. I suoi occhi si illuminavano ad ogni emozione, a conferma del suo animo dolce. Nessuno avrebbe potuto fargli del male».