Appalti e conti, commissariata la Fabbrica di San Pietro
Commissariata la Fabbrica di San Pietro e scoperto, forse, un altro malaffare vaticano in materia di appalti: sono due notizie intrecciate arrivate ieri all’indomani della concelebrazione per la festa dei Santi Pietro e Paolo che si era tenuta nella Basilica. Tra i concelebranti c’era il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica e presidente della Fabbrica. Comastri, 77 anni, è in attesa d’essere sostituito ma al momento l’istruttoria per la successione è congelata. Prima Bergoglio vuole che sia fatta chiarezza sullo stato dell’amministrazione della Fabbrica, prestigiosa istituzione con la quale ebbero a che fare già Bramante e Michelangelo. Commissario straordinario è il nunzio Mario Giordana, che sarà assistito da una commissione nel compito di «fare chiarezza sull’amministrazione» e aggiornarla alle esigenze della nuova normativa vaticana — pubblicata all’inizio di giugno — su «trasparenza, controllo e concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici». Ma non è solo un lavoro di aggiornamento. «Tale scelta — dice la nota
L’indagine
Tra le attività sotto inchiesta potrebbe esserci il restauro della Cupola
che annuncia il commissariamento — segue una segnalazione proveniente dagli uffici del Revisore Generale, che ha portato all’acquisizione di documenti e apparati elettronici presso gli uffici tecnico e amministrativo della Fabbrica di San Pietro». È dunque avviata una doppia procedura: quella dell’aggiornamento normativo della struttura e quella di un’inchiesta giudiziaria. Il Revisore ha trovato, insomma, che i conti non tornano. Tra gli appalti sotto inchiesta potrebbe esservi anche quello per il restauro della Cupola di Michelangelo: recentemente il tamburo è stato ingabbiato nei ponteggi, approfittando della chiusura del monumento ai visitatori a seguito della pandemia. La vicenda, sotto il profilo giudiziario, appare gemella di quella che ha posto sotto inchiesta l’acquisto dell’immobile di Londra da parte di uffici della Segreteria di Stato: anche allora fu il Revisore dei conti a segnalare alla magistratura che qualcosa non quadrava. Come ebbe a dire Francesco in quella occasione: «Hanno fatto cose che non sembrano pulite ma la denuncia non è venuta da fuori». Cioè il risanamento programmato forse sta funzionando.