«Noi all’oscuro di tutto» Il Vimm scarica Pandolfi dopo le accuse di molestie
Padova, revocato l’incarico allo scienziato sospeso da Harvard
Pier Paolo Pandolfi, nella top five degli scienziati italiani al mondo, considerato una delle menti più brillanti nel campo della genetica oncologica, non rientrerà in patria. Non al momento, almeno.
La Fondazione per la Ricerca Biomedica avanzata di Padova, che poche settimane fa aveva annunciato il suo ingaggio da Harvard, ieri ha deciso infatti di revocargli la nomina a direttore scientifico dell’istituto Veneto di Medicina Molecolare. Lo scienziato paga le accuse di molestie, che gli erano costate nel 2019 una sospensione dal programma di Genetica oncologica al «Beth Israel Deaconess Medical Center» di Boston, come svelato da un’inchiesta del Corriere; dopo che da settimane circolavano nel mondo scientifico e in Rete pesanti allusioni sul suo conto (per le stesse, si era già preventivamente dimesso il comitato scientifico dell’ente veneto).
A deliberare, con voto all’unanimità, è stato il Cda della Fondazione. Due le questioni che non sono state digerite: la forma con la quale lo scienziato ha ritenuto di difendersi dopo che è venuta a galla la vicenda («Solo una sbandata, una questione romantica», ha detto Pandolfi a proposito delle avances durate mesi ad una sua ricercatrice) e, soprattutto, il fatto che il docente avrebbe tenuto nascosti i suoi trascorsi ai vertici dell’istituto veneto, quando a inizio anno era stato trovato l’accordo per il nuovo incarico.
«La decisione è stata assunta con profondo rammarico in considerazione delle straordinarie qualità scientifiche del professore — ha comunicato il Vimm —, ma pur tuttavia si rende necessaria, dopo aver appreso la vicenda nella quale Pandolfi è stato coinvolto nell’università di Harvard, di cui la Fondazione non era stata informata. La Fondazione, alla luce dei valori che caratterizzano la sua attività, non può trascurare tale vicenda, senza pregiudicare l’immagine e la reputazione dell’istituto, dei suoi ricercatori e dei sostenitori». Anche il rettore dell’università di Padova, Rosario Rizzuto, ha preso nettamente le distanze da Pandolfi (l’ateneo è nel Cda della Fondazione): «Una decisione che riafferma, ancora una volta, l’importanza di etica e rispetto per le donne come valore fondante del nostro ateneo e dell’intera società».
La questione, tuttavia, potrebbe non chiudersi qui. Nella lunga conversazione che il professore ci aveva rilasciato l’altro giorno, c’è un passaggio, non incluso poi nell’articolo, in cui Pandolfi sostiene chiaramente che lui avrebbe invece informato l’istituto della sospensione comminatagli da Harvard. «Certamente ho informato il Vimm che avevo avuto un piccolo procedimento interno — ci aveva detto —, che tuttavia si era subito concluso ad agosto con un giudizio di assoluta idoneità alla direzione. Lo sapevano». A chi lo aveva riferito Pandolfi? Il presidente della Fondazione Francesco Pagano ne era al corrente? Il nodo potrebbe in teoria aprire una vertenza legale.
E poi c’è un altro capitolo: quello della stampa Usa, che starebbe scavando sul passato di Pandolfi. Una circostanza che aleggiava sul Cda di ieri. E che forse, nel timore di nuovi sviluppi, spiega anche la fretta di chiudere subito la pratica.