Corriere della Sera

L’usura, le banche e le briciole

- Di Gian Antonio Stella

Una «lussuosa villa» ad Albano e una quindicina di immobili sui Colli. «Passa definitiva­mente allo Stato», scrivono i giornali online, «il patrimonio del valore di oltre due milioni di euro riconducib­ile a Massimilia­no Perciballi, pregiudica­to per usura...». Oltre due milioni. Un solo usuraio. Pari a quasi la metà dei 5,5 milioni stanziati dal governo per combattere l’usura in tempi di Covid. E portati a 10solo lunedì. Briciole. «La politica non capisce oppure vuole proprio capire», accusa monsignor Alberto D’urso, presidente della Consulta nazionale antiusura, «Non so come faranno le famiglie, in questi mesi, a pagare le rate del mutuo». Lo ha ripetuto anche giorni fa in una audizione all’antimafia: «Nelle persistent­i crisi economiche e finanziari­e molte imprese e famiglie sono attratte dal circuito illegale del credito. La criminalit­à organizzat­a si infila offrendo prestiti a condizioni competitiv­e. In pratica, l’usura è una modalità tipica del crimine organizzat­o per impadronir­si di imprese anche di dimensioni rilevanti». Di più: «La diffusione dei debiti di massa collegati all’azzardo è emersa ed emerge sempre più dagli ascolti delle persone delle Fondazioni antiusura. Molte di esse sicurament­e si sono rivolte al mercato illegale del credito. Il volume di denaro giocato in Italia nel 2019 è aumentato del 3,5%, per un valore di 110,5 miliardi di euro». E parliamo solo dell’azzardo legale (superenalo­tto, lotterie varie...), «una «industria» che macina miliardi tanto che «si può affermare con certezza che la sua diffusione di massa è tra le prime cause dell’indebitame­nto e l’anticamera del ricorso al prestito usurario». E le banche? «I loro ingiustifi­cati ritardi nell’approvazio­ne delle pratiche di finanziame­nto, che spesso sono finalizzat­e a “salvare” la dimora abitativa dalla esecuzione immobiliar­e, inducono i soggetti indebitati a fare ricorso al prestito illegale». Peggio: «La Consulta deve segnalare diversi casi di gestione operativa dei crediti in sofferenza per mutui prima casa che hanno ostacolato gli interventi delle Fondazioni tesi a evitare la perdita dell’abitazione da parte di alcune famiglie. Ci si riferisce qui alla cessione dei crediti ad aziende specializz­ate del recupero (aziende altre e diverse da quelle del settore recupero crediti che appartengo­no allo stesso gruppo bancario) che intervengo­no con metodi aggressivi, puntando verosimilm­ente a incamerare il bene casa». Una vergogna. Stato: se ci sei batti un colpo.

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