L’usura, le banche e le briciole
Una «lussuosa villa» ad Albano e una quindicina di immobili sui Colli. «Passa definitivamente allo Stato», scrivono i giornali online, «il patrimonio del valore di oltre due milioni di euro riconducibile a Massimiliano Perciballi, pregiudicato per usura...». Oltre due milioni. Un solo usuraio. Pari a quasi la metà dei 5,5 milioni stanziati dal governo per combattere l’usura in tempi di Covid. E portati a 10solo lunedì. Briciole. «La politica non capisce oppure vuole proprio capire», accusa monsignor Alberto D’urso, presidente della Consulta nazionale antiusura, «Non so come faranno le famiglie, in questi mesi, a pagare le rate del mutuo». Lo ha ripetuto anche giorni fa in una audizione all’antimafia: «Nelle persistenti crisi economiche e finanziarie molte imprese e famiglie sono attratte dal circuito illegale del credito. La criminalità organizzata si infila offrendo prestiti a condizioni competitive. In pratica, l’usura è una modalità tipica del crimine organizzato per impadronirsi di imprese anche di dimensioni rilevanti». Di più: «La diffusione dei debiti di massa collegati all’azzardo è emersa ed emerge sempre più dagli ascolti delle persone delle Fondazioni antiusura. Molte di esse sicuramente si sono rivolte al mercato illegale del credito. Il volume di denaro giocato in Italia nel 2019 è aumentato del 3,5%, per un valore di 110,5 miliardi di euro». E parliamo solo dell’azzardo legale (superenalotto, lotterie varie...), «una «industria» che macina miliardi tanto che «si può affermare con certezza che la sua diffusione di massa è tra le prime cause dell’indebitamento e l’anticamera del ricorso al prestito usurario». E le banche? «I loro ingiustificati ritardi nell’approvazione delle pratiche di finanziamento, che spesso sono finalizzate a “salvare” la dimora abitativa dalla esecuzione immobiliare, inducono i soggetti indebitati a fare ricorso al prestito illegale». Peggio: «La Consulta deve segnalare diversi casi di gestione operativa dei crediti in sofferenza per mutui prima casa che hanno ostacolato gli interventi delle Fondazioni tesi a evitare la perdita dell’abitazione da parte di alcune famiglie. Ci si riferisce qui alla cessione dei crediti ad aziende specializzate del recupero (aziende altre e diverse da quelle del settore recupero crediti che appartengono allo stesso gruppo bancario) che intervengono con metodi aggressivi, puntando verosimilmente a incamerare il bene casa». Una vergogna. Stato: se ci sei batti un colpo.