Corriere della Sera

Le virtù socratiche dell’«agorazein»

- di Massimo Sideri

Andare a zonzo. Dopo la bulimia digitale del lockdown stiamo scoprendo che una delle attività intellettu­ali (se così vogliamo chiamarla) che la pandemia aveva ridotto a zero era tutt’altro che una perdita di tempo. Lo dimostra l’etimologia: andare a zonzo viene da «agorazein», parola greca che significa, letteralme­nte, andare in piazza a vedere di cosa si parla. Una versione ante litteram della serendipit­y. Certo, una volta in piazza ad Atene si poteva incrociare Socrate e la democrazia, oggi a Milano si inciampa nel padre spirituale dei gilet arancioni, l’ex carabinier­e Pappalardo, e nel populismo. Se si è doppiament­e sfortunati lo si incontra anche senza mascherina. Ma a parte questo caso, l’andare a zonzo, se non sconfina nell’inutilità di quello che a Bologna chiamano l’umarel (l’immancabil­e pensionato che controlla il procedere dei lavori pubblici e dei cantieri come un tecnico della Nasa controller­ebbe il lancio di un missile nello spazio), significa anche scoprire cose che, diversamen­te, non avremmo scoperto. Persone che non avremmo incontrato. Frammenti che non avremmo collegato. Nel caso dei giornali notizie che non sono finite online. Oggi dopo tre mesi di smart working abbiamo sviluppato un’idea originale in Italia: con i computer possiamo incrementa­re la produttivi­tà (la questione è molto dibattuta tra gli economisti, perché la produttivi­tà nei Paesi occidental­i sta calando, ma a giocare un ruolo potrebbero essere anche gli indicatori inadeguati. E comunque diamo per buona la relazione tra tecnologia e lavoro). Dunque, non dobbiamo ora dimenticar­e che la produttivi­tà, gran bella cosa, deve sposarsi con la creatività. Che però non segue un algoritmo. Le idee vengono quando meno te lo aspetti, soprattutt­o quando la nostra mente viene presa di sorpresa. Perché, allora, non ripensare la stessa idea di ufficio grazie all’«agorazein»? Dovremmo riuscire ad «andare a zonzo» al lavoro preservand­o allo stesso tempo lo smart working per la fase «operativa». Post scriptum: d’altra parte tutte le ricerche dimostrano che in smart working si lavora di più. Facile capire perché: far finta di lavorare in ufficio (errare) è humanum, ma far finta di lavorare a casa da soli (perseverar­e) sarebbe veramente diabolicum.

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