IL DECLINO DEI CONTANTI
CRESCONO I PAGAMENTI DIGITALI E ANCHE I NEGOZIANTI DICONO SÌ
E se fosse la volta buona? Se davvero il contante andasse declinando anche in Italia, per lasciare il posto alle transazioni digitali (con il corollario della minore evasione fiscale)? Dire che la pandemia porta vantaggi suona cinico e lo stesso Michele Centemero lo ammette. Ma è proprio il country manager di Mastercard a sottolinearlo, mentre l’italia abbassa a 2 mila euro il tetto dei pagamenti in contanti e il settore chiede al governo impegni concreti: «L’italia, pur essendo ancora fanalino di coda nei pagamenti digitali, ha costruito un cammino nel modo giusto». Vero, «la scommessa non è ancora vinta». Ma «la rivoluzione è partita». E se le persone stanno imparando a usare di più i pagamenti digitali (74 milioni le carte Mastercard nel Paese, «+20% i pagamenti elettronici nella grande distribuzione durante il Covid 19»), dietro c’è la forzatura da lockdown, che ha costretto tutti in casa e, negli acquisti, a gesti rapidi, alle casse dei supermercati come in Rete.
«Questo momento di ripartenza è un’opportunità storica per accelerare la trasformazione digitale — dice Centemero —. In pochi mesi abbiamo visto mutare le abitudini di spesa, superare la diffidenza dei cittadini italiani e non giovanissimi verso i pagamenti digitali e le tecnologie online. Sono avvenuti cambiamenti strutturali che prima avrebbero richiesto anni. È l’eredità preziosa che questa crisi ci lascia in dote».
Il primo effetto si è visto sui negozianti. Un mezzo miracolo, visto che prima della pandemia la frase: «Ho il Bancomat, ma in questo momento non funziona» era quasi una costante nei piccoli negozi, pur essendo in Italia i terminali installati per i pagamenti digitali (i Pos) aumentati di oltre il 50% in ultimi cinque anni (sono più di due milioni). Secondo una ricerca Astra per Mastercard fra il 31 maggio e il 3 giugno scorso (metodo Cawi online, 1.184 intervistati in Italia di cui cento esercenti che rispondono sull’uso personale del digitale, fra i 18 e i 65 anni) sei negozianti su dieci (il 58%) si dicono amanti della tecnologia e solo l’11% si dichiara «anti-tech». Uno su quattro, poi, si ritiene «innovatore»: considera l’adozione delle tecnologie nella quotidianità «un valido aiuto alla semplificazione» (57%, contro il 51% dichiarato dal totale consumatori) e a «risparmiare tempo» (73% del campione, contro il 70% totale). Addirittura, il 18% (contro il 12% dell’intero campione) si dice «propenso a scoprire i prodotti quando ancora non sono sul mercato italiano». Resta da augurarsi che tanta avanguardia si trasferisca all’accettazione concreta dei pagamenti digitali, anche dopo.
«Gli esercenti sono un po’ più moderni della popolazione per i tipi di pagamento usati — dice la ricerca —. Meno carta di debito o credito tradizionale, più app, anche quelle non fornite dalla banche tradizionali». Sistemi per pagare con lo smartphone come Satispay, Applepay, Googlepay. Hanno usato le app dedicate ai pagamenti nel periodo considerato oltre sei commercianti su dieci, il 64%, contro il 58% del totale consumatori. Resta lo zoccolo dei tradizionalisti: il 58% dichiara di usare le app bancarie, in linea col resto del campione
In generale, la portata dell’accelerazione è evidente ed è emersa al Mastercard Innovation Forum del 26 giugno. Un italiano su quattro fra gli intervistati da Astra ha dichiarato «per la prima volta di voler abbandonare per sempre banconote e monetine», uno su due di avere «usato di più i pagamenti digitali».
Per più di otto su dieci (l’81,2%) il motivo è di salute. È vero: considerano il contante «meno igienico». Ma è un primo passo. E i due milioni di nuovi clienti registrati da Mastercard nel solo mese di aprile sono un segnale chiaro.
«L’obiettivo di abbassare l’uso dei contanti che ci siamo dati lo scorso anno per l’italia è più vicino», dice Centemero: significa che quel 40% di pagamenti digitali (oggi è il 25%) atteso per il 2023 potrà essere raggiunto prima. Ci sono due condizioni per la svolta: sicurezza nelle transazioni e rispetto dei dati personali. Per ora, vince la banca sugli operatori terzi, Apple e Google compresi. La partita, d’ora in poi, si giocherà qui.
Centemero
«Il Covid ha promosso il cambiamento delle cose ma la scommessa non è ancora vinta»