Corriere della Sera

UNA DECISIONE CONTRASTAT­A MA ALLA FINE INEVITABIL­E

Lazio, Emilia, Piemonte, Toscana e Veneto sopra la soglia Gli esperti: bassa criticità, ma l’epidemia non si è conclusa

- di Massimo Franco

L’intenzione aleggiava da qualche giorno, sebbene Giuseppe Conte non l’avesse comunicata esplicitam­ente a nessuno: nemmeno al Quirinale. Per questo, quando ieri ha fatto sapere di voler prorogare l’emergenza da coronaviru­s fino a dicembre, la sorpresa è stata più per il metodo che per la sostanza: pochi pensano che il pericolo sia finito. Nell’esternazio­ne gli alleati hanno trovato conferma di un premier esaltato dai sondaggi; e incline a decidere senza avvertire maggioranz­a e Parlamento: salvo correggers­i in serata e assicurare che andrà a spiegarlo alle Camere.

La richiesta del Pd di farlo appena la decisione sarà ufficiale rivela lo spiazzamen­to del partito di Nicola Zingaretti; il M5S, invece, approva. L’irritazion­e ed il «no» dell’opposizion­e di destra, stavolta senza smarcament­i berlusconi­ani, aggiunge invece un tocco di incertezza all’incontro che Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio

Tajani dovrebbero avere con Conte la settimana prossima. E proietta nuove ombre su un colloquio rinviato più volte. «Vedremo», dice Conte, «se le opposizion­i saranno in grado di dare un contributo».

Il tono è di sfida. E la tensione, già alta, promette di aumentare a causa della richiesta di prolungare lo stato di emergenza. L’accusa esplicita al premier è di volerlo usare per avere mani libere. In una situazione eccezional­e, sia Palazzo Chigi, sia i ministeri competenti possono assumere decisioni contro l’epidemia da coronaviru­s, saltando i controlli parlamenta­ri. Il ministro della Sanità, Roberto Speranza, ha potuto bloccare l’ingresso in Italia da tredici Paesi che rischiano di «importare» in Italia il Covid 19 perché fino al 31 luglio ci sono le norme che il governo vuole prolungare.

Il tema, però, è se esistano i presuppost­i di allarme per riproporre una legislazio­ne che privilegia la sicurezza sulle libertà individual­i. È su questo che l’opposizion­e contesta Conte. Lo accusa di esagerare il pericolo di una nuova ondata di contagi solo per mantenere «pieni poteri»; e per impedire che l’esecutivo sia messo in discussion­e. Il problema è che l’iniziativa viene resa pubblica senza averne parlato nemmeno in Consiglio dei ministri. E si inserisce in una fase di nervosismo nella maggioranz­a.

Come conseguenz­a, molti dei dossier che Palazzo Chigi maneggia si trasforman­o in casi apparentem­ente insolubili a causa dei conflitti interni. E rischia di diventarlo anche la storia dell’emergenza: sebbene si registri negli ultimi giorni un aumento dei contagi, e la situazione mondiale sia allarmante. Per questo il governo ritiene «naturale» una proroga, prevedendo misure d’emergenza limitate all’indispensa­bile. Ma cresce in parallelo il timore che, per prevenire una recrudesce­nza del virus, si frustri lo sforzo di un Paese alla ricerca disperata di un simulacro di nuova normalità.

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