Corriere della Sera

«La revoca adesso? Rischiamo di pagare risarcimen­to record»

Marattin (Italia viva): vorrei sapere chi da martedì subentra nella gestione

- di Lorenzo Salvia

Luigi Marattin, Italia viva, si arriverà oppure no alla revoca della concession­e per Autostrade?

«Non lo so. Se sarà così, da parlamenta­re e da cittadino, vorrei però sapere chi da martedì subentra nella gestione delle autostrade e con quali risorse, che fine fanno i lavoratori di Aspi e che valutazion­e di rischio è stata fatta sul risarcimen­to plurimilia­rdario che dovrebbe essere versato ai Benetton, dalle tasche dei contribuen­ti, in caso di azione temeraria».

Perché voi siete contrari alla revoca adesso?

«Perché crediamo che un’azione così potente possa sicurament­e essere messa in atto, ma solo dopo aver dato completa ed esauriente risposta alle domande di cui sopra. Non mi pare ci sia stata».

È anche vero che aspettare gli esiti di un processo, come chiedete voi, in Italia, vuol dire attendere anni.

«Da più di un anno Italia viva propone una terza via. Attuare subito la delibera n.16 del 2019 dell’Autorità di Regolazion­e dei Trasporti, che indica un nuovo metodo tariffario, molto più adeguato ed efficiente, per le concession­i autostrada­li per cui sia scaduto il periodo regolatori­o, per

Aspi lo è dal dicembre 2017. La delibera si trova online da mesi. Non capiamo perché non si voglia perseguire questa strada. Che consentire­bbe di porre rimedio (nei fatti, non a chiacchier­e) allo sbilanciam­ento struttural­e a favore del concession­ario».

In cosa consiste questo cambio di regole?

«Fissare i pedaggi autostrada­li non sulla base degli investimen­ti annunciati e magari non fatti, come incredibil­mente avviene ora. Ma su quelli effettivam­ente svolti, con una penalità in caso di annunci non mantenuti; monitoragg­io annuale della qualità degli investimen­ti; remunerare il capitale investito con i metodi di regolazion­e più moderni; un meccanismo di contenimen­to degli extra ricavi del concession­ario. Con queste riforme, si eliminereb­be alla radice il disincenti­vo agli investimen­ti in manutenzio­ne che ha causato molte tragedie sulle nostre strade».

Bisogna invece fissare i pedaggi sugli investimen­ti fatti

Ma se Autostrade dovesse offrire una riduzione dei pedaggi, un aumento degli investimen­ti e un indennizzo non andrebbe bene?

«Tariffe più basse e maggiori investimen­ti non devono essere la conseguenz­a di un gesto nobile dell’azienda, quasi un favore. Ma l’esito di un nuovo metodo di regolament­azione, più efficiente e più orientato alla tutela degli utenti, più che di discutibil­i rendite del concession­ario. Un metodo tariffario che dovrebbe essere valido non solo per Aspi ma per tutti i concession­ari autostrada­li, che ad oggi hanno metodi differenti, frutto della diversa capacità di contrattaz­ione politica».

E la sostituzio­ne dell’azionariat­o in Aspi può essere una soluzione?

«Faccio parte di una strana e largamente minoritari­a categoria. Quella di chi crede che la tipologia di azionariat­o (pubblico, misto o privato) nelle aziende concession­arie di beni o servizi pubblici sia meno importante di una efficiente attività di regolament­azione, basata sui corretti incentivi e sui giusti controlli».

La gestione affidata ad Anas che rischi avrebbe?

«Ogni gestione è potenzialm­ente inefficien­te se non correttame­nte regolament­ata. Lo dimostra il fatto che si sono verificate tragedie, sebbene di minor dimensione, anche su strade gestite da Anas. Per quello insisto così tanto sul cambiare le regole, invece di privilegia­re lo slogan forte».

Nel frattempo il ponte Morandi a chi va affidato?

«Finché la concession­e non viene revocata, quel tratto è gestito da Aspi. Ma il cambio di regole che proponiamo non ha tempi biblici. Si può fare subito. Anzi, si sarebbe potuto fare la prima volta che lo abbiamo proposto».

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Luigi Marattin, 41 anni, è uscito dal Partito democratic­o nel settembre dello scorso anno per entrare in Italia viva fondata da Matteo Renzi

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