Incontri straordinari e memorie storiche, la Sicilia di ieri e di oggi
Un’isola può essere una granitica fortezza o un felice approdo. Gesualdo Bufalino coniò per la «sua» Sicilia il termine isolitudine. Eppure questa terra è stata per secoli il crocevia del Mediterraneo. Proiettandoci in questo 2020 così tormentato e anomalo, l’insularità ha tenuto protetta la Sicilia dalla diffusione dell’epidemia e promette una fine estate «rappacificata» con le sue bellezze e il suo clima dolce.
Questa è da sempre una delle mete più richieste dei Viaggi del Corriere e la sfida è coglierne una parte che riassuma il più possibile le mille identità storiche, naturalistiche e umane. Forse la parola che può accompagnarci nella nostra settimana è teatro. La Sicilia come esplicita rappresentazione di sentimenti. Basta già percorrere il tragitto che ci porterà dall’aeroporto di Punta Raisi a Segesta, prima meraviglia archeologica che visiteremo, dove il tempio dorico e il teatro svettano su un panorama miracolosamente risparmiato da bruttezze edilizie.
Palermo con il suo circondario è un mondo di splendori aristocratici e umori popolari. Gli ori arabo-normanni dei mosaici della Cappella Palatina gareggiano con quelli delle cattedrali di Monreale e Cefalù, i fasti dei palazzi nobiliari (avremo una cena di gala al palazzo Agliata di Pietragliata) si alternano alle voci e ai colori dei mercati. Nel capoluogo, tre incontri che lasciano il segno: la professoressa Maria Falcone, sorella del giudice (la Fondazione che presiede ha contribuito a una straordinaria rivoluzione culturale nei confronti del fenomeno mafioso, partendo dalle scuole); Mimmo Cuticchio, decano dei pupari, custode di una tradizione omerica sinonimo di libertà; e i ragazzi della rivista Suq, innovativo progetto editoriale che scova e racconta la Sicilia più anticonvenzionale.
Abbiamo pensato poi a una due giorni da patrimonio Unesco: la stupefacente Villa del Casale con i suoi mosaici di epoca romana e l’inconfondibile Valle dei Templi di Agrigento, area archeologica in grande evoluzione come ci spiegherà il direttore Roberto Sciarratta.
In mezzo, la sosta al Farm Cultural Park di Favara, fondato da Andrea Bartoli e Florinda Saieva, che ha trasformato la cittadina in una piccola Berlino dell’arte contemporanea.
Il Trapanese ci aspetta con l’esempio di convivenza siculoaraba di Mazara del Vallo, capitale della pesca siciliana; con il passato fenicio-punico dell’isoletta di Mozia, con il racconto della vita e dei riti della tonnara Florio a Favignana; con la pregiata realtà vinicola che godremo in una cena alle cantine Florio di Marsala. L’ultima cartolina è affidata a Erice, cittadina medievale con viste mozzafiato a 360 gradi, dove visiteremo il Centro internazionale di cultura scientifica Ettore Majorana. La Sicilia come teatro: delle emozioni e della conoscenza.