Il Giro d’Italia e gli Extraliscio Voglia di tornare a ballare
La sigla della manifestazione sportiva scritta dal gruppo con Pacifico
Si chiama GiraGiroGiraGi e fa subito venire voglia di canticchiarla, di ridere pedalando a capofitto giù per una discesa o volteggiando sulla pista di una balera. È la nuova sigla del Giro d’Italia, l’hanno scritta gli Extraliscio assieme a Pacifico, con la direzione artistica di Elisabetta Sgarbi, che è editrice, regista e ora li ha prodotti con la sua Betty Wrong e fatti distribuire da Universal. Sua è l’idea, accolta da Rcs Sport, perché il Giro e il liscio sono due miti degli anni ’50 che si ritrovano. Allora, erano Coppi e Bartali e la voglia di ripartire dopo la guerra, erano le balere e i balli di coppia, oggi è il Giro che riparte a ottobre, dopo la pandemia e, adesso, con gli atleti che sudano e faticano, è l’Italia intera che riparte, sono nuove salite da scalare e la voglia di tornare a ballare e ad abbracciarsi.
Racconta Mirco Mariani, il primo del trio: «Mi era venuto questo ritornello, GiraGiroGiraGi, e in mezzo la parola “formica”. Eravamo in lockdown e Elisabetta mi chiamava ogni giorno: “Fai un pezzo, scrivi, che hai scritto, oggi?”. Io scrivevo, scrivevo, senza sapere perché». Da quelle due paroline nasce la storia di un bambino formica che «pedala, pedala, non s’arrende, prende l’energia di un campione, diventa lui stesso un campione». Elisabetta contatta il Giro, chiede a Pacifico una mano coi testi. «Lei è il nostro quinto Beatles», dice Mirco, «senza George Martin non ci sarebbero stati loro e così è per noi con lei, dal nostro incontro, un anno fa». Sgarbi sarebbe in realtà la quindicesima Extraliscio, perché con Mirco ci sono Moreno «il biondo» Conficconi, Mauro Ferrara, voce ufficiale di Romagna mia, e un’orchestra intera. È lei ora che ha messo insieme il team, con Antonio Rezza, Leone d’oro alla carriera per il teatro 2018, che qui entra con una roboante radiocronaca del giro, e poi Franco Matticchio che ha disegnato copertina del singolo e locandina del giro, e Michele Bernardi e Davide Toffolo che hanno fatto i cartoni per un video definito «un rotoscopio pittorico». Parole di Elisabetta: «È un video che riesce nell’impossibile: descrivere l’invisibile, l’energia che si scompone e, come nella pittura futurista, passa dal campione a una formica attraverso il mantello. C’è tutta una coerenza: la musica contiene un omaggio ai rumoristi, con la chitarra che dissacra il liscio, fa entrare i rumori dei raggi della bicicletta, mentre il geniale Gira
Giro sarebbe piaciuto a Fosco Maraini: lo senti ed è già musica». Mirco ride: «Io faccio le cose senza pensarci, lei ci costruisce sopra un mondo. So solo che avevo in mente l’idea di qualcosa di molto piccolo che, se ci credi, se fatichi, può diventare molto grande».
E, in fondo, da questa idea nascono gli Extraliscio, che inventano il Punk da Balera, che sembra un ossimoro e invece travolge, piace ai giovani. Il singolo Merendine blu è un successo. Mirco incontra il liscio a 16 anni, stagista-batterista in un’orchestra di settantenni, «ma quando partiva la musica sentivo azzerarsi ogni differenza», ricorda, «dopo, però, ho fatto altro, ho lavorato per 15 anni con Enrico Rava, un quarto di secolo con Vinicio Capossela. Poi, gira giro, e ti ritrovi al punto di partenza. Per caso, metto Romagna
mia in un album, la figlia di Secondo Casadei mi cerca, mi mette in contatto con Moreno e Mauro». Due puristi che non si tirano indietro. Moreno: «Sono stato caporchestra di Raoul Casadei, lavoro con Mauro da vent’anni, ma ci siamo detti subito che era ora di tornare a raggiungere tutte le generazioni». Adesso, resta un sogno: «Chiudere il Giro con Jovanotti, che è un ciclista e, pare, un nostro fan».
Direzione artistica di Elisabetta Sgarbi che ha promosso il progetto musicale