Corriere della Sera

«No agli ottimisti a prescinder­e, il 70% dei contagi è tra italiani Lo stato d’emergenza serve»

Boccia: ma non ci saranno limitazion­i delle libertà personali

- di Monica Guerzoni

«Il Covid c’è, non è mai scomparso».

Lei quanto è preoccupat­o, ministro Francesco Boccia?

«Nonostante i tentativi di alcuni di fare gli ottimisti a prescinder­e, il dato oggettivo è che il mondo ha vissuto la peggiore settimana dall’esplosione del Covid. E questo deve dare valore ai sacrifici che abbiamo fatto fino a oggi e che non vanno sprecati. L’Italia in questo momento è uno dei Paesi più sicuri».

Eppure in sei regioni l’indice Rt è oltre i limiti. Perché l’obiettivo contagi zero è fallito?

«Contagio zero per tutti lo avremo solo quando ci sarà il vaccino. Quando abbiamo deciso di far ripartire le attività, pur con tutto il rigore e i controlli, sapevamo di doverci assumere un rischio».

Sarà necessario richiudere i confini del Paese?

«No, perché oggi le nostre reti sanitarie sono assolutame­nte in grado di reggere. Come terapie intensive e sub intensive e come capacità degli ospedali di superare qualsiasi crisi siamo anche più forti del periodo pre-Covid».

Allunghere­te la lista dei Paesi a cui l’Italia chiude le porte? Stati Uniti e Spagna, ad esempio?

«Al momento non è necessario, però se servirà il ministro Speranza proporrà il blocco anche per altri Paesi. Barcellona è costretta a introdurre nuove restrizion­i, gli Stati Uniti sono in ginocchio, per non parlare di Brasile, Perù, Cile, Messico... Questo ci preoccupa sul piano sanitario, ma anche sul piano economico, perché vengono meno gli scambi commercial­i e turistici».

Il 30% dei positivi arriva dall’estero.

«Vero. E se noi, senza fare terrorismo, manteniamo alta la tensione, è perché il 70% dei positivi lo abbiamo ancora in casa. Quando ribadiamo che lo stato di emergenza è una sorta di scudo per tutti è perché consente alle Regioni di agire in emergenza e intervenir­e in sostegno di imprese, lavoratori e famiglie in deroga alle norme vigenti».

Limitando le libertà personali?

«No, non c’è e non ci sarà alcuna limitazion­e».

Scatterann­o nuove zone rosse?

«È un rischio che fa parte della vita accanto al Covid. Tutte le Regioni hanno gli strumenti per intervenir­e in tempo reale e dove serve interviene lo Stato. Anche se nessuno si avventura in previsioni, io penso che il lockdown totale sia stata la base su cui si è costruita una difesa che varrà anche per il futuro, sempre sperando che non ce ne sia bisogno».

Siamo pronti per una seconda ondata in autunno?

«Sì, sono sicuro che il lavoro fatto ci ha resi molto più forti. Ovviamente bisogna continuare a rafforzare gli investimen­ti pubblici in prevenzion­e territoria­le».

Con i soldi del Mes, che i 5 Stelle non vogliono?

«Sono sempre stato convinto di sì, ma siccome molte risposte verranno fuori dopo il negoziato in corso in queste ore in Europa, è più giusto aspettare di conoscere tutte le risorse disponibil­i per capire quanto va alla sanità. Dopodiché, tutte le forze politiche avranno il dovere di ascoltare il parere dei presidenti di Regione e degli stessi sindaci».

Il mondo ha vissuto la peggiore settimana Questo ci preoccupa sul piano sanitario ma anche su quello economico

Cerca alleati a destra?

«Una cosa è il dibattito ideologico, un’altra è far funzionare la sanità. Vale anche per Lega e Fratelli d’Italia, perché sono sicuro che Zaia e Marsilio e lo stesso Musumeci abbiano dei dubbi sull’idea di schierarsi per il no a risorse che andrebbero direttamen­te alle loro Regioni».

Per i sindacati non ci sono le condizioni per riaprire le scuole a settembre. La ministra Azzolina dice sì, e lei?

«In base alle linee guida messe a punto con Regioni ed enti locali e al lavoro del commissari­o Arcuri su test e attrezzatu­re, sono sicuro che le scuole riaprirann­o in sicurezza. Quindi invece di dividerci lavoriamo tutti perché si riapra dall’1 settembre, senza rischi per studenti, personale e professori».

Investiret­e altri soldi sulla scuola? E quanti?

«Come ha già detto il premier, nel prossimo scostament­o di bilancio ci saranno altre risorse per la scuola, oltre a quelle già stanziate».

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