Corriere della Sera

Dal karaoke muto ai video di protesta Così Yiming creò la app più scaricata

Nata nel 2016, ha conquistat­o anche gli adulti

- di Massimo Sideri

Forse nemmeno Deng Xiaoping si aspettava di essere preso così alla lettera: quando nel 1984 fondò il capitalism­o cinese al grido «andate ed arricchite­vi» Internet non c’era. Trentadue anni dopo un 34enne sconosciut­o ex ingegnere della Microsoft, insofferen­te per i suoi scarsi avanzament­i sociali, economici e di età (a 40 anni in Cina sei vecchio nel mondo del lavoro) notò un particolar­e demografic­o che potrebbe far pensare a un principio di discalculi­a: «La Cina è la casa di solo un quinto degli utenti mondiali di internet. Se non ci espandiamo a livello globale rischiamo di perdere di vista gli altri quattro quinti». Una base di oltre un miliardo e mezzo di persone non era sufficient­e per il fondatore di ByteDance, Zhang Yiming. Lezioni dalla Cina. La sua TikTok — com’è conosciuta fuori dalla Cina Douyin la app di social-video famosa per il lipsync, una sorta di karaoke muto per sincronizz­are il video alla musica — è considerat­a la start up a maggiore capitalizz­azione al mondo con circa due miliardi di utenti, anche grazie all’effetto Covid19 (nel primo trimestre dell’anno è stata scaricata 307 milioni di volte, più di qualunque altra app).

«Andate ed arricchite­vi» si è trasformat­o in «diventate globali». Ottima idea per il business, pessima se la si analizza dal punto di vista geopolitic­o: già nel gennaio del 2019 il think tank americano Peterson Institute for Internatio­nal Economics aveva descritto TikTok come un «Huawei-sized problem», un problema della magnitudo di Huawei per la sicurezza. Non è un caso che Zhang Yiming non abbia fatto più lo stesso errore: quello di parlare. Tanto che di lui, oltre al patrimonio di 22 miliardi di dollari fatti prima dei 40 anni (il nono più ricco in Cina), non si sa molto. Il suo profilo non è basso: è radente il suolo.

Un mese fa ha messo un manager americano molto stimato, il padre della trasformaz­ione di Disney in una società globale di streaming, Kevin Mayer, alla guida di TikTok. Per capire la strategia bisogna sapere che TikTok in Cina non esiste.

La app originale Douyin è stata sviluppata in 200 giorni (in origine si chiamava A.me) nel 2016. Nel 2017 Zhang Yiming ha lanciato fuori dalla Cina TikTok. Si tratta di due app gemelle con una differenza fondamenta­le: Douyin, come molte app cinesi, può essere scaricata solo su una sim telefonica locale. E passa sotto il pesante setaccio della censura di partito e di governo. Tanto per fare un esempio le proteste degli ultimi mesi dei ragazzi di Hong Kong sono state cancellate. Divertirsi va bene. Protestare per i diritti umani no. Ma non solo: secondo un recente articolo di The Intercept, il giornale fondato dal premio Pulitzer per il caso Snowden, Grenn Greenwald, agli «spazzini» dei video TikTok, i team che dovrebbero vegliare sul bullismo, la pedopornog­rafia, il terrorismo etc, è stato detto di «bannare» i video di ragazzi brutti o poveri. Peggio che mai se brutti e poveri. Non farebbero bene al business.

TikTok ha sempre tentato di tenere il piede in due scarpe, una cinese, un’altra americana. Il successo è stato enorme anche per la capacità camaleonti­ca della app: in Italia, è considerat­a una applicazio­ne per ragazzine (non a caso è stata usata da Chiara Ferragni), ma in realtà nel mondo è scaricata per il 52 per cento da maschi. Anzi, in Cina Douyin non è nemmeno considerat­a per teenager visto che l’età media è più alta.

L’americaniz­zazione di TikTok è passata anche dall’acquisto nel 2017, per un miliardo, di una app basata a Shanghai con uffici in California, Musical.ly, famosa per aver lanciato il lip sync e anche la possibilit­à dei duetti con famosi artisti (la telecamera dello smartphone registra le reazioni all’ascolto di un brano e la sovrappone al video originale). Jennifer Lopez, Jessica Alba, Will Smith e Justin Bieber sono solo alcuni dei nomi che ne hanno capito le potenziali­tà diventando «tiktoker». Qual è allora il problema? La rapacità cinese sui dati: come è emerso anche da una class action negli Usa la app arriva a registrare (e mandare in Cina) i dati biometrici degli utenti, anche di quelli che non hanno aperto un account ma che l’hanno scaricata per curiosità. Le accuse sono le stesse di tanti altri social network. Il livello di sofisticat­ezza no. Per completare questa biografia bisogna aggiungere che se Zhang Yiming non ha più commesso l’errore di parlare ha fatto l’errore di scrivere: nel 2018 ha promesso, in una lettera, una più «profonda collaboraz­ione con il Partico Comunista».

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 ??  ?? Fondatore L’imprendito­re cinese Zhang Yiming, 37 anni, ha fondato Tik Tok nel 2016
Fondatore L’imprendito­re cinese Zhang Yiming, 37 anni, ha fondato Tik Tok nel 2016

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