Sardegna, tra Cagliari e il Sulcis-Iglesiente Mare, miniere e nuraghi
Sei giorni fuori dal mondo. Sei giorni dentro un mondo nuovo. Non è possibile parlare di Sardegna senza ricordare quello che diceva Fabrizio De André, quando ricordava che questa terra è «quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come paradiso». Nel Viaggio
del Corriere nella parte meridionale dell’isola, tra Cagliari e il Sulcis-Iglesiente, dal 19 al 24 ottobre attraverseremo micro-universi differenti gli uni dagli altri, eppure tutti legati dallo stesso sapore antico, forte come le erbe odorose dei golfi sardi.
Dopo l’arrivo a Cagliari, subito un’immersione nella storia letteraria, con la visita al Castello medioevale di Acquafredda, a Siliqua: qui il dantesco conte Ugolino esercitò il suo potere e dall’alto si possono vedere il borgo fortificato e la collina di origine vulcanica. Una passeggiata a Cagliari e una notte in un albergo esclusivo prima di partire, il giorno dopo, per un’altro micromondo, nella Marmilla, dove sorge il complesso nuragico di Barumini: il villaggio di antichissime torri difensive sarà l’occasione per scoprire — assieme a uno storico — i segreti dei nuraghi e dell’archeologia sarda. Il giorno dopo sarà la volta delle domus de janas, tombe preistoriche nel sito archeologico di Montessu-Villaperuccio, dove stiamo preparando per voi una sorpresa tra poesia e musica.
A breve distanza, ecco il menhir «Luxia Arrabiosa», la cui storia intreccia i simboli di fertilità e la bellezza fiera dei monoliti. Quindi il borgo medioevale di Tratalias, la cattedrale Santa Maria di Montserrat e poi ancora nuraghi, con il sito «Cuccu» e i suoi massi di origine vulcanica di 4mila anni fa. Dunque Carbonia, nata nel secolo scorso per dare alloggio ai lavoratori del bacino carbonifero Sirai-Serbariu. Ma anche la bellissima Iglesias, dove ritroveremo ancora il Conte Ugolino.
Con noi, come una costellazione che ci accompagnerà, ci saranno scrittori e artisti: la storia sarda è anche la sua storia letteraria, ricchissima. E poi la Grotta di san Giovanni a Domusnovas, il parco di S’Ortu Mannu, con i suoi ulivi secolari. Il più antico? Sa Reina, che ha mille anni di vita.
Poi si va al mare. Sant’Antioco, isola che ai paesaggi mozzafiato del Sud affianca complessi nuragici e saline dove si possono vedere colonie di fenicotteri rosa. Pranzeremo all’aperto, sul lungomare. Il tonno è una delle cose da assaggiare.
Quindi scopriremo i segreti del bisso, la seta che nasce dal mare, assieme all’unica donna rimasta a coltivare questa tradizione. Poi visiteremo un villaggio minerario di metà Ottocento, Rosas a Narcao: l’antica miniera con la Galleria Santa Barbara e poi la degustazione del vino Carignano del Sulcis prima del ritorno a Cagliari dove ci aspetterà l’aereo del rientro. Ci vorrà qualche giorno prima che le impressioni di Sardegna si dissolvano. Per fortuna.