Snam, la mossa italiana sull’idrogeno
Il gruppo testa con Baker Hughes la prima turbina «ibrida» per una rete gas, con l’elemento chimico al 10%
La corsa italiana all’idrogeno è iniziata. La prima turbina ibrida a idrogeno è stata testata ieri a Firenze da Snam, società di infrastrutture energetiche, e da Baker Hughes, azienda che si occupa di tecnologia e soluzioni per il settore energetico. Nello stabilimento del Nuovo Pignone, il team di ingegneri di Baker Hughes ha eseguito il test per il funzionamento della turbina a idrogeno, la prima al mondo progettata per un rete di trasporto del gas naturale.
La “NovaLT12” — questo il nome del macchinario che può costare sul mercato tra i 5 e gli 8 milioni di dollari — potrà essere alimentata con una miscela di idrogeno fino al 10% e gas naturale e sarà installata entro il 2021 nell’impianto di spinta di Snam a
Istrana, in provincia di Treviso. «L’infrastruttura — spiega Marco Alverà, amministratore delegato di Snam — come evidenziato anche nella Hydrogen strategy presentata dalla Commissione europea, sarà un elemento abilitante dello sviluppo dell’idrogeno pulito, che insieme all’elettricità rinnovabile sarà un pilastro della lotta ai cambiamenti climatici e potrà raggiungere il 20-25% del mix energetico globale al 2050». La mossa green consentirà a Snam di ridurre sensibilmente le emissioni. Applicando il 10% di idrogeno al totale del gas trasportato dalla società infatti se ne potrebbero immettere in rete 7 miliardi di metri cubi ogni anno. Un quantitativo pari ai consumi annui di 3 milioni di famiglie. Il che consentirebbe di ridurre le emissioni di anidride carbonica di 5 milioni di tonnellate.
L’impegno di Snam non si ferma però a Firenze. Nell’ambito di un piano da 6,5 miliardi di euro al 2023, la società sta investendo per sviluppare nuovi business per la transizione energetica. «Abbiamo scommesso su alcune startup specializzate in ambiti diversi: dalla mobilità all’efficienza energetica. E abbiamo creato una business unit dedicata al tema dell’idrogeno», aggiunge Alverà. Il passo successivo sarà favorire la decarbonizzazione sfruttando i finanziamenti in arrivo dall’Europa. «Il tema è caldo: vogliamo essere pionieri nell’investire sul futuro a zero CO2», conclude.