La marchesa Huppert
L’attrice sarà al festival Filming Italy dove incontrerà Placido, regista della pellicola sul pittore La star al cinema è la nobile che protegge Caravaggio «Ma vorrei tanto interpretare un uomo, Amleto»
Isabelle Huppert avvolgerà col suo fascino il Filming Italy Sardegna Festival, dove sabato prossimo incontrerà Michele Placido con il quale girerà a settembre L’ombra di Caravaggio, che è dei più grandi progetti (è prodotto da Goldenart con Raicinema) al via dopo il coronavirus. «Non è un film biografico ma un punto di vista immaginifico, personale e perciò più interessante. Io sarò la marchesa Costanza Sforza Colonna, che ha protetto il pittore in un lungo arco della sua vita tormentata, avendo anche un love affair».
«Costanza — racconta Placido che sarà regista con l’aggiunta di un cameo come cardinal Del Monte, collezionista d’arte — è la fata turchina che toglie dai guai Caravaggio».
L’artista sarà impersonato da Riccardo Scamarcio che dice: «Io sono figlio di una pittrice, è un mondo che conosco ma è più un film di duelli, violenze e spade che di quadri». L’ombra del titolo è un personaggio ambiguo, interpretato da Louis Garrel, chiamato dal potere costituito a indagare su chi sia quel pittore lombardo così anarchico, impulsivo, ribelle e se è vero tutto quello che si dice sul suo conto.
Caravaggio com’è noto commise un omicidio, «e fu a suo modo un mistico — dice Michele Placido —. Sullo sfondo c’è la Roma del tempo, viuzze strette e pericolose, taverne equivoche, postriboli e vite scellerate, tra notti buie senza luna… Siamo all’alba del ‘600, esisteva già la Roma di Suburra. Ma era anche la città che richiamava pittori da tutta Europa, Rubens in testa, ammirati da Caravaggio». A Riccardo Scamarcio, Caravaggio ricorda la vita «maledetta» e carnale di Elvis Presley o quella di Freddie Mercury. È il pittore degli ultimi che ruppe i codici dell’epoca con la sua modernità tormentata, la mancanza di rispetto per l’armonia e i suoi santi che sono ragazzi di strada: a Isabelle Huppert fa venire in mente Pasolini. Fra le sue rasoiate di luce, nelle tele oscure irruppe un nuovo mondo: «Caravaggio era un artista influente e un cattivo ragazzo, come artista fu un rivoluzionario, mise il popolo davanti ai potenti, cercava l’autenticità della vita, dipinse le brutture, la malattia, i contadini coi piedi sporchi, rappresentò la realtà così com’era, ma non sono così esperta, so però che abbiamo una magnifica sceneggiatura», afferma la grande attrice.
«Sono molto contenta di ritrovare Placido con cui recitai in un solo film, in Francia abbiamo amato il suo Romanzo Criminale». Il Festival, il primo a ospitare ospiti internazionali dopo il coronavirus, a Forte Village le darà un premio alla carriera: «Cosa mi aspetto? Sole e belle conversazioni sul cinema. È una manifestazione dove non ci sono le pressioni del concorso, ed è diretto da una donna, Tiziana Rocca, il che è una rarità ed è una notizia carina».
Lei, con le sue donne appassionate, fragili, raramente felici, è l’unica attrice ad avere vinto due volte la Palma d’oro a Cannes, che è stato rinviato. «E’ uno dei mille eventi rinviati, recitavo a teatro Tennessee Williams, una storia di tre solitudini e dopo sei recite ci siamo fermati, abbiamo condiviso tutti il trauma del lockdown, io sono stata da sola a Parigi e non andata male, sono abituata alla solitudine, fa parte dell’atto della recitazione anche se la gente vede solo l’aspetto scintillante del nostro mestiere, ed è normale, lo capisco». Cambierà il cinema dopo il virus? «Non ho la sfera di cristallo, cambierà nel senso che, almeno a breve termine, si dovranno studiare congegni tecnologici per fingere la vicinanza fisica».
Le chiediamo se nella sua splendida carriera abbia vissuto quel delicato momento di passaggio… Lei ha già capito tutto prima di completare il pensiero: «Intende quando non si è più così giovani per interpretare una ragazza né troppo mature per essere madre?
Solitudine
Durante il lockdown ero da sola a Parigi e non è stato male, sono abituata alla solitudine
No, sono stata fortunata a restituire la ricchezza della complessità umana, non ho vissuto crisi professionali». E quale desiderio ha come attrice? «Sono stata Orlando a teatro con Bob Wilson, vorrei tornare a indossare i panni di un uomo, penso a Amleto. Tanti anni fa vidi una magnifica produzione tedesca al femminile, con Angela Winkler la regia di Peter Zadek. Vorrei tanto essere un giorno Amleto. Che poi i ruoli en travesti fanno parte di una tradizione shakespeariana e dell’età barocca all’opera…Non inventiamo niente. Però Amleto donna... Mi sembra una bella sfida».