Urtubia, falsario per l’anarchia
Il militante aveva 89 anni
Fino all’ultimo respiro ha ripetuto a chi lo andava a trovare: «Credete, credete sempre al possibile dell’impossibile. Proprio com’è stata la mia vita». E in effetti l’esistenza di Lucio Urtubia (nella foto), scomparso a 89 anni, nella sua casa parigina di rue des Cascades, a Belleville, ha dell’incredibile («la Lettura» lo incontrò nel 2015). Lui, che poverissimo nasce in un paesino spagnolo della Navarra e fugge a 20 anni in Francia senza sapere una parola di francese, lui che da muratore analfabeta e anarchico incrocia Che Guevara e Mitterrand, lui che spende la vita con la semplicità di un rivoluzionario romantico, lui che sa sempre da che parte stare anche se rischia la galera. Come quando, durante gli anni Sessanta-Ottanta, da ultimo Robin Hood, mette in ginocchio anche la First National City Bank. Così, da clandestino perfetto, muratore di giorno, falsario di notte, Lucio Urtubia realizza e smercia traveller’s cheque contraffatti per più di 20 milioni di dollari senza tenerne uno per sé. Soldi per aiutare i combattenti contro Franco. Scrisse diversi libri, Urtubia, ma restò sempre l’uomo delle utopie possibili.