Corriere della Sera

Ma alla maggioranz­a potrebbero servire i voti di FI al Senato

- Enrico Marro Lorenzo Salvia

Si era partiti, qualche settimana fa, con una decina di miliardi, ma la cifra del nuovo maggior deficit che il governo chiederà al Parlamento è lievitata durante il vertice di maggioranz­a di ieri sera: circa 25 miliardi, che si aggiungono ai 20 e ai 55 già autorizzat­i a marzo e aprile. Nel 2020, quindi, il disavanzo di bilancio si gonfierà di un centinaio di miliardi per finanziare gli interventi di contrasto alla crisi.

A spingere il governo a premere sull’accelerato­re sono stati due fattori: il buon risultato ottenuto a Bruxelles sul Recovery fund, che metterà a disposizio­ne dell’Italia 209 miliardi tra prestiti e sussidi; la necessità di tendere la mano alle opposizion­i, in particolar­e a Forza Italia, in vista della votazione in Parlamento, mercoledì, della richiesta di autorizzaz­ione allo scostament­o di bilancio. Autorizzaz­ione che, secondo l’articolo 81 della Costituzio­ne, deve essere approvata dalla maggioranz­a assoluta dei componenti le camere. Al Senato significa 161 voti. Una soglia non proprio di tranquilli­tà per il governo, tanto più che, secondo il sito specializz­ato Openpolis, dopo le defezioni degli ultimi mesi, la maggioranz­a, intesa come somma di M5S, Pd, Iv, Leu e Maie, può contare su 154 senatori. Il governo ha quindi bisogno di altri sostegni, non solo dai senatori a vita e dei fuoriuscit­i. Magari anche con una geometria variabile e qualche contraccol­po. Forse non è un caso che proprio ieri tre senatori — Paolo Romani, Gaetano Quagliarie­llo e Massimo Berutti — abbiano lasciato il gruppo di Forza Italia per approdare nel misto.

Nei precedenti due scostament­i di bilancio il problema non si era posto perché Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia avevano dato il via libera alla richiesta pressati dall’emergenza. Ma stavolta, nonostante l’appello a collaborar­e che il premier Giuseppe Conte ha ripetuto ieri in Parlamento, il consenso non è scontato. Ieri, alla Camera, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri (Pd), dopo le aperture già fatte dalla vice Laura Castelli (M5S) ha confermato che uno dei piatti forti del prossimo decreto legge, sarà una forte rateizzazi­one (fino al 2021) delle ritenute e dei versamenti fiscali e contributi­vi di marzo, aprile e maggio per ora solo rinviati al 16 settembre. Un passo al quale ha risposto la capogruppo di Forza Italia, Mariastell­a Gelmini, giudicando­lo insufficie­nte e minacciand­o di non votare la nuova richiesta di deficit senza altre contropart­ite sul piano fiscale per i lavoratori autonomi e le partite Iva. Uno scambio di messaggi che lascia intraveder­e il terreno sul quale si svolgerà la partita. Il decreto legge, che il governo dovrebbe varare all’inizio di agosto, conterrà inoltre un fondo per soddisfare richieste che verranno dalle forze parlamenta­ri, opposizion­e compresa. L’ultima volta questa dote era stata di 800 milioni, ora potrebbe essere più alta.

Ma è soprattutt­o l’euforia per i 209 miliardi ottenuti a Bruxelles che ha fatto lievitare la richiesta d’indebitame­nto. Anche perché, le conclusion­i del Consiglio europeo prevedono la possibilit­à di anticipare il 10%, quasi 21 miliardi, a valere sulle spese effettuate nel 2020 a patto che siano in linea con il piano da presentare per i finanziame­nti. Di qui i nuovi sostegni allo studio per automotive e turismo. Tutto risolto, allora? No. Il successo di Bruxelles non ha disinnesca­to la mina del Mes, il fondo salva Stati dal quale potrebbero arrivare subito 36 miliardi di prestiti per la sanità. Pd, Iv e Leu li vogliono, ma i 5 Stelle, con l’appoggio di Conte, continuano a dire di no. Ieri il pressing del Pd, Nicola Zingaretti in testa, si è intensific­ato. E Conte non ha nascosto il suo fastidio.

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Il senatore e leader della Lega Matteo Salvini, 47 anni, intervenen­do contro Conte e il governo è stato interrotto dai fischi provenient­i dai banchi della maggioranz­a
Appunti Il senatore e leader della Lega Matteo Salvini, 47 anni, intervenen­do contro Conte e il governo è stato interrotto dai fischi provenient­i dai banchi della maggioranz­a
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Il senatore e leader di Iv Matteo Renzi, 47 anni, ha elogiato Conte e poi lo ha incalzato: «No a una task force, ci regali ad agosto un dibattito sui soldi da spendere»
Elogi Il senatore e leader di Iv Matteo Renzi, 47 anni, ha elogiato Conte e poi lo ha incalzato: «No a una task force, ci regali ad agosto un dibattito sui soldi da spendere»

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