DOPO IL VERTICE Budget Ue, i no dell’Europarlamento
Strasburgo, delusa dai tagli, promette battaglia per approvarlo «Dal digitale all’Erasmus, ridotti i piani orientati verso il futuro»
Il messaggio chiaro sul prossimo bilancio dell’Ue 2021-2027, i fondi che per sette anni permetteranno di mettere in pratica le priorità politiche dell’Unione, lo ha lanciato ieri il presidente del Parlamento europeo David Sassoli: «C’è un percorso da fare e una negoziazione da iniziare», «vogliamo migliorare la proposta del Consiglio, vogliamo dare una risposta a tagli ingiustificabili».
Chiusa la partita sul Recovery Fund, il pacchetto straordinario di aiuti a sostegno della ripresa dei Paesi più colpiti dalla crisi scatenata dal Covid, si apre ora quella del bilancio Ue 2021-2027 a cui è legato. I protagonisti sono il Parlamento europeo, che è autorità di bilancio, e il Consiglio Ue rappresentato dalla presidenza di turno tedesca. Senza il via libera dell’Eurocamera tutto si blocca.
Oggi il Parlamento Ue vota una risoluzione sulle conclusioni del Consiglio europeo straordinario, che lunedì scorso a grande fatica ha trovato un accordo sui 750 miliardi del Recovery Fund più 1.074,3 miliardi del budget Ue 2021-2027. Non è stato facile ottenere un’intesa su quella cifra perché i Paesi cosiddetti «frugali» — Olanda, Austria, Svezia, Danimarca cui si è aggiunta anche la Finlandia — non volevano aumentare il contributo al bilancio e hanno ottenuto maggiori sconti rispetto al punto di partenza. Ma è richiesto a tutti uno sforzo maggiore perché per mantenere lo stesso livello del budget in corso si deve tenere conto dei 70 miliardi che verranno a mancare a causa della Brexit. Il Parlamento darà il proprio parere sulle conclusioni, oggi comincia la discussione, poi a settembre partirà il negoziato vero e proprio che sarà su ognuno dei 35 programmi di cui è composto il budget. E sarà battaglia. Perché come si legge al punto 13 della risoluzione, per il Parlamento non sono accettabili i tagli fatti ai «programmi orientati al futuro». Sotto accusa sono le riduzioni ai danni di programmi comunitari come come Erasmus, Horizon (ricerca), Just Transition Fund (transizione verde), Difesa, Healthcare (Salute), migrazione e asilo. La mozione è sostenuta in modo ampio: popolari, socialisti, liberali, verdi ma anche la sinistra Gue.
Ma il Parlamento Ue è molto duro anche nel criticare la scelta dei leader Ue di ridurre i trasferimenti a vantaggio dei prestiti, benché Sassoli apprezzi che non sia stata «abbassata la soglia dei 750 miliardi e questo è un risultato che consideriamo molto importante». Però non basta perché sul Recovery Fund il Parlamento vuole contare di più come ha detto Sassoli e come chiesto al punto 21 della risoluzione, che sottolinea «la necessità di una associazione del Parlamento alla governance del Recovery Fund». Altro nodo sono le risorse proprie con cui viene alimentato il bilancio. Il Parlamento chiede al punto 11 un calendario preciso e nel primo anno, ovvero il 2021, dovranno essere operative almeno due: «La plastic tax e il sistema per lo scambio di quote di emissione di gas serra (Ets)», ha spiegato Sassoli. Ma è un punto su cui gli Stati membri non si sono mai messi d’accordo. In più questo capitolo prevede anche un passaggio a livello di Parlamenti nazionali. Problemi in vista anche sul legame tra rispetto dello Stato di diritto e accesso ai fondi Ue, troppo annacquato per la maggioranza degli eurodeputati.
Sassoli
Il presidente: entro il 2021 deve partire la «plastic tax» e quella nuova sui gas serra