Corriere della Sera

DOPO IL VERTICE Budget Ue, i no dell’Europarlam­ento

Strasburgo, delusa dai tagli, promette battaglia per approvarlo «Dal digitale all’Erasmus, ridotti i piani orientati verso il futuro»

- Francesca Basso

Il messaggio chiaro sul prossimo bilancio dell’Ue 2021-2027, i fondi che per sette anni permettera­nno di mettere in pratica le priorità politiche dell’Unione, lo ha lanciato ieri il presidente del Parlamento europeo David Sassoli: «C’è un percorso da fare e una negoziazio­ne da iniziare», «vogliamo migliorare la proposta del Consiglio, vogliamo dare una risposta a tagli ingiustifi­cabili».

Chiusa la partita sul Recovery Fund, il pacchetto straordina­rio di aiuti a sostegno della ripresa dei Paesi più colpiti dalla crisi scatenata dal Covid, si apre ora quella del bilancio Ue 2021-2027 a cui è legato. I protagonis­ti sono il Parlamento europeo, che è autorità di bilancio, e il Consiglio Ue rappresent­ato dalla presidenza di turno tedesca. Senza il via libera dell’Eurocamera tutto si blocca.

Oggi il Parlamento Ue vota una risoluzion­e sulle conclusion­i del Consiglio europeo straordina­rio, che lunedì scorso a grande fatica ha trovato un accordo sui 750 miliardi del Recovery Fund più 1.074,3 miliardi del budget Ue 2021-2027. Non è stato facile ottenere un’intesa su quella cifra perché i Paesi cosiddetti «frugali» — Olanda, Austria, Svezia, Danimarca cui si è aggiunta anche la Finlandia — non volevano aumentare il contributo al bilancio e hanno ottenuto maggiori sconti rispetto al punto di partenza. Ma è richiesto a tutti uno sforzo maggiore perché per mantenere lo stesso livello del budget in corso si deve tenere conto dei 70 miliardi che verranno a mancare a causa della Brexit. Il Parlamento darà il proprio parere sulle conclusion­i, oggi comincia la discussion­e, poi a settembre partirà il negoziato vero e proprio che sarà su ognuno dei 35 programmi di cui è composto il budget. E sarà battaglia. Perché come si legge al punto 13 della risoluzion­e, per il Parlamento non sono accettabil­i i tagli fatti ai «programmi orientati al futuro». Sotto accusa sono le riduzioni ai danni di programmi comunitari come come Erasmus, Horizon (ricerca), Just Transition Fund (transizion­e verde), Difesa, Healthcare (Salute), migrazione e asilo. La mozione è sostenuta in modo ampio: popolari, socialisti, liberali, verdi ma anche la sinistra Gue.

Ma il Parlamento Ue è molto duro anche nel criticare la scelta dei leader Ue di ridurre i trasferime­nti a vantaggio dei prestiti, benché Sassoli apprezzi che non sia stata «abbassata la soglia dei 750 miliardi e questo è un risultato che consideria­mo molto importante». Però non basta perché sul Recovery Fund il Parlamento vuole contare di più come ha detto Sassoli e come chiesto al punto 21 della risoluzion­e, che sottolinea «la necessità di una associazio­ne del Parlamento alla governance del Recovery Fund». Altro nodo sono le risorse proprie con cui viene alimentato il bilancio. Il Parlamento chiede al punto 11 un calendario preciso e nel primo anno, ovvero il 2021, dovranno essere operative almeno due: «La plastic tax e il sistema per lo scambio di quote di emissione di gas serra (Ets)», ha spiegato Sassoli. Ma è un punto su cui gli Stati membri non si sono mai messi d’accordo. In più questo capitolo prevede anche un passaggio a livello di Parlamenti nazionali. Problemi in vista anche sul legame tra rispetto dello Stato di diritto e accesso ai fondi Ue, troppo annacquato per la maggioranz­a degli eurodeputa­ti.

Sassoli

Il presidente: entro il 2021 deve partire la «plastic tax» e quella nuova sui gas serra

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