«Lo scoppio della malattia accentua le disuguaglianze No ai vaccini per pochi»
Monsignor Paglia: le risorse vanno distribuite bene
Monsignor Vincenzo Paglia, il titolo del documento della Pontificia Accademia della Vita che lei presiede è «Humana communitas nell’era della pandemia». Ma c’è oggi una comunità umana?
«È il titolo della lettera di papa Francesco all’Accademia nel 25° anniversario della fondazione in cui ci chiede di riflettere sulle relazioni che uniscono la comunità umana e generano valori, obiettivi, reciprocità. La pandemia mostra la nostra interdipendenza ma accentua le disuguaglianze: siamo tutti nella stessa tempesta, ma non sulla stessa barca. Le più fragili affondano. Il nostro modello di sviluppo ci ha portati fin qui, mettendoci in ginocchio. La scienza non ha risposte definitive. Dobbiamo riflettere».
Come conciliare la speranza con la realtà?
«Con una visione che abbracci tutti i popoli. Perdiamo persone care e punti di riferimento, le caratteristiche della contemporaneità vanno ripensate perché siano sempre più degne della comunità umana, all’altezza dell’uomo vulnerabile e fragile, di bambini e anziani che meritano più cura».
C’è un rapporto tra Covid e sfruttamento delle risorse? Non è dietrologia ecologica?
«Non è dietrologia! Tante scelte agricole, industriali, logistiche si sono sommate e gli effetti amplificati. La deforestazione ha messo gli animali selvatici a contatto con habitat umani in cui l’allevamento intensivo sottopone il bestiame alla logica della produzione industriale. L’insieme facilita il salto dei microrganismi patogeni da una specie all’altra, fino all’uomo. La ricerca sui vaccini non può rispondere solo agli interessi di pochi ma deve svolgersi con responsabilità a vantaggio di tutti».
Cosa insegna il Covid alla società italiana sulla sanità?
«Equilibrare meglio la produzione e la distribuzione delle risorse investite nella prevenzione e nella cura. Attenzione ai grandi ospedali e ai centri specializzati, ma anche alle reti territoriali, all’economia familiare, alla sussidiarietà. Occorrono comportamenti responsabili per tutelare il proprio benessere ma anche quello degli altri».
Qual è il ruolo della comunità cristiana nella crisi?
«Può aiutare a interpretarla per comprendere più in profondità che la fragilità è una dimensione costitutiva della condizione umana come la fraternità universale. Occorre una conversione morale. Non solo sul piano dell’ecologica, come papa Francesco sostiene nella Laudato si’. È urgente il coinvolgimento della coscienza di tutti e un cambiamento che ci renda solidali per un futuro dove nessuno è escluso».
Le cure
Attenzione a grandi ospedali e centri specializzati ma anche alle reti territoriali