Vaccino, Trump dà 2 miliardi alla Pfizer
Prenotati 100 milioni di dosi in vista della terza fase di test Il presidente: «Sarà gratis negli Usa, a disposizione degli altri»
Altri due miliardi di dollari. L’amministrazione Trump continua a spingere sulla produzione e distribuzione del vaccino anti Covid19. Ieri ha concluso un contratto con la società americana Pfizer che sta lavorando da mesi con la tedesca BioNTech. Il governo americano prenota 100 milioni di dosi da ritirare più o meno alla fine dell’anno, con un’opzione ad acquistarne altre 500 milioni in seguito. Il contratto prevede un finanziamento di 1,92 miliardi di dollari: è il più alto contributo versato finora dalle casse federali.
Il progetto di Pfizer, uno dei grandi gruppi del settore farmaceutico, è al momento tra i più avanti nel mondo. A breve comincerà la fase tre della sperimentazione, cioè la prova su migliaia di volontari per verificare l’efficacia del prodotto e l’assenza di controindicazioni.
L’alleanza con BioNTech ha consentito di puntare su una tecnologia mai utilizzata finora, basata sul cosiddetto «messaggero Rna». In sostanza il composto chimico dovrà stimolare una risposta antivirus da parte del sistema immunitario.
La scienza e l’industria americane sono lanciate a tutta velocità. L’idea è di tagliare i tempi, sovrapponendo procedure normalmente distinte. Il momento decisivo dovrebbe arrivare in autunno, quando si saprà se il vaccino avrà superato i test. A quel punto il dossier passerebbe alla Fda, la Food and Drug Administration, l’autorità federale che ha il compito di autorizzare la commercializzazione di alimenti e medicine. La novità è che Pfizer inizierà la produzione senza aspettare il via libera della Fda. Una specie di scommessa al buio, coperta con i soldi federali. Se tutto andrà bene, se la Fda non solleverà obiezioni, ecco che gli impianti potrebbero confezionare le prime dosi del vaccino entro l’anno. In caso contrario, bisognerà buttare via tutto e rimettere mano a formule chimiche e macchinari.
È un percorso che verrà seguito anche dalle altre aziende in corsa. Come Moderna, base a Cambridge in Massachusetts. Oppure come Novavax, il caso più recente e anche il più sorprendente. Il 17 giugno scorso questa corporation del Maryland ha annunciato di aver incassato 1,6 miliardi di dollari dal governo di Washington per mettere a punto un vaccino, pur non avendone mai prodotto uno. L’accordo con Novavax è simile a quello appena concluso con Pfizer. Trump si riserva il diritto di acquistare 100 milioni di dosi entro inizio 2021.
Nella conferenza stampa di martedì scorso, il presidente, oltre ad avere per la prima volta invitato gli americani «a indossare la mascherina», ha annunciato «importanti sviluppi a breve per il vaccino». Lo sforzo finanziario è consistente. Nel complesso, come si legge sul sito ufficiale, il ministero della Salute ha stanziato 5 miliardi e 737 milioni di dollari, suddivisi tra sette candidati: Pfizer, 1,92 miliardi; Novavax, 1,6; AstraZeneca,1,2; Moderna, 483 milioni; Janssen, 456 milioni, Merck and Iavi, 38 milioni; Sanofi, 30,7 milioni.
Trump ha assicurato che il vaccino sarà gratuito per tutti gli americani e che «sarà messo a disposizione» degli altri Paesi del mondo. Non è ancora chiaro, però, a quali condizioni.