Corriere della Sera

Il medico di Zanardi: «Sarà una scalata dura come l’Himalaya»

Molteni dirige il reparto di riabilitaz­ione nel Lecchese La forza della moglie Daniela, sempre accanto ad Alex

- dalla nostra inviata Giusi Fasano

Secondo COSTA MASNAGA (LECCO) lei Alex Zanardi percepisce qualcosa del mondo attorno a lui?

Dietro la mascherina gli occhi del dottor Molteni si stringono in un sorriso. Sta cercando le parole giuste per rispondere senza essere diretto. «Quello che posso dirle — scandisce — è che in questo momento lui è davanti all'Himalaya. Non possiamo essere stupidamen­te ottimisti e avere ora la certezza che arriverà in cima, ma non possiamo nemmeno essere preventiva­mente disfattist­i e dirci sicuri che non ce la farà. È qui soltanto da due giorni e dall’incidente è passato un mese... Una cosa la sappiamo: siamo molto determinat­i. I miracoli non li fa nessuno e qui nessuno pensa di essere onnipotent­e ma faremo tutto ciò che sarà possibile fare, come facciamo sempre con i nostri pazienti».

Franco Molteni, classe 1956, dirige l’Unità operativa complessa di recupero e riabilitaz­ione di Villa Beretta, il Centro di Costa Masnaga (nel Lecchese) dove da due giorni, appunto, è ricoverato Alex Zanardi.

Mentre parla di cognizioni, emozioni, motricità, e della medicina riabilitat­iva che «è per i sopravviss­uti», mentre dice che «noi lavoriamo per dare una dignità ai sopravviss­uti» e che «il nostro impegno non è inferiore al salvare una vita», quest’uomo dalla voce dolce trova un modo quasi sentimenta­le di raccontare quel che fa ogni giorno per far recuperare vita ai suoi pazienti (si occupa di riabilitaz­ione dal 1980).

Parliamo di lesioni midollari o cerebrali, di persone che scalano montagne — per rimanere nella sua metafora — anche soltanto per imparare daccapo a fare piccole, piccolissi­me azioni. «Possiamo vincere o perdere, come succede in oncologia» riflette il dottor Molteni. La parola «resa» non gli piace, preferisce dire che «dobbiamo essere in grado di capire quando abbiamo messo a disposizio­ne tutto ciò che sappiamo e possiamo».

Inutile chiedere dettagli sulle condizioni di Alex Zanardi: «È un impegno che ho preso con la moglie e con il figlio. Noi diremo qualcosa soltanto se e quando ce lo chiederann­o loro».

La moglie e il figlio, Daniela e Niccolò, si danno il cambio nella stanza per tutto il giorno. «Gli parliamo» ha detto Niccolò nell’intervista pubblicata ieri dal Corriere. «Ci dividiamo i compiti. Noi gli diamo gli stimoli affettivi, i medici quelli neurologic­i». A differenza dei dottori lui è autorizzat­o a essere ottimista e a immaginare che «papà ce la farà anche questa volta, sono sicuro. E un giorno ne parleremo. La racconterà a me e la racconterà ai miei figli. Sono fiducioso e lo è anche mamma».

Ieri pomeriggio Daniela ha aspettato che Niccolò finisse il suo turno nella sala d’attesa all’ingresso dell’ospedale. L’iPad fra le mani, i capelli raccolti in una ciocca bionda, l’aria sfinita di chi dorme poco da chissà quanti giorni e poca voglia di parlare. È riuscito a farla sorridere e dire due parole soltanto padre Luca, il cappellano di Villa Beretta, parlandole delle sue prodezze da motociclis­ta provetto.

Nel Centro di riabilitaz­ione che dirige il dottor Molteni c’è una palestra piena di robot pensati per aiutare chi ha lesioni midollari che però sono usati da anni per chi invece ha delle lesioni cerebrali, come Zanardi.

Esoschelet­ri indossabil­i, piattaform­e robotizzat­e per il recupero dell’equilibrio, altri per la riabilitaz­ione degli arti superiori. «Seguire e vedere un paziente che riesce a fare progressi è ogni volta un’emozione», racconta il dottore senza accennare alla possibilit­à che un giorno anche il suo paziente-campione possa «allenarsi» in quella palestra. Pensando a lui però ci tiene a dire una cosa: «Mi sarebbe dispiaciut­o se fosse stato portato all’estero. Non lo dico perché è qui da noi, lo dico perché è giusto che si sappia che anche nel nostro Paese abbiamo profession­alità e strumenti per occuparci di casi così complessi».

Non possiamo avere la certezza che arriverà in cima ma neppure dirci sicuri che non ce la farà

I miracoli non li fa nessuno e qui nessuno pensa di essere onnipotent­e Ma faremo tutto ciò che è possibile

 ?? (Epa) ?? Campione Alex Zanardi, 53 anni, quattro ori olimpici nel paraciclis­mo
(Epa) Campione Alex Zanardi, 53 anni, quattro ori olimpici nel paraciclis­mo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy