TREDICI ANNI NEL DOLORE: IL CASO MADDIE
Domani su 7 la storia della bimba scomparsa. I fatti, gli errori, i testimoni. E l’inchiesta sulla rete in Europa
Parlare. Formula magica che vale da sempre. Solo il dialogo aperto tra genitori e figli può squarciare il velo dinanzi ai loro ingenui e inesperti occhi: l’abisso del dark web, dove si cela il ghigno beffardo dei pedofili, famelici predatori di minori. «Grazie Covid-19», sibilava sinistro un post rilevato dall’Europol durante il lockdown. I carnefici evidenziavano l’aspetto (per loro) positivo della pandemia: scuole chiuse, bimbi a casa annoiati, incollati al computer tutto il giorno. Potenziali «conquiste» per i signori della pedopornografia.
Emblematica la tragica scomparsa 13 anni fa di Madeleine McCann: non ne aveva ancora quattro quando la sera del 3 maggio 2007 venne rapita a Praia da Luz, località di villeggiatura portoghese, mentre dormiva nel suo lettino nella stanza del resort dove alloggiava con la famiglia: «Mai in vita ho ascoltato un urlo così disperato», disse un cameriere agli investigatori raccontando la tragica scoperta di Kate, la madre della piccola. Si apriva quello ormai noto come il «Caso Maddie»: ancora oggi il più dibattuto dai media nel mondo (Maddie compare su Internet in oltre due milioni di pagine), dai tempi del rapimento del figlio di Lindbergh nel 1932. Lo evidenziano Paolo Beltramin e Christina Ciszek in uno dei due reportage di copertina di
7, in edicola domani con il Corriere. Una cover di drammatica attualità: il 3 giugno scorso è spuntato il nome di Christian Brückner, pedofilo bavarese arrestato a Milano: gli inquirenti sono convinti abbia sequestrato e ucciso Maddie. A inizio luglio l’Italia è scossa dall’annuncio di un’operazione in Toscana della polizia postale: protagonista un gruppo di adolescenti che tra loro si scambiavano materiali pedopornografici e immagini di suicidi e mutilazioni. Due tra i drammatici casi al centro del dettagliato dossier curato da Giusi Fasano sull’aumento della pedopornografia durante il lockdown. Il rapporto Europol del 19 giugno evidenzia in Europa la crescita esponenziale di visualizzazioni, scambi e messaggi pedopornografici: a febbraio 200mila, a inizio aprile oltre un milione. Solo il parlarne e rendere noti i dati può aiutare ad evitare gli errori del passato.
Ai protagonisti (quasi) assoluti di un passato nostrano non troppo lontano è invece dedicato il ritratto di Tommaso Labate del cosiddetto Giglio magico. Vale a dire il gruppetto composto da Maria Elena Boschi, Luca Lotti, Francesco Bonifazi e Luciano Nobili, cementato dal mix amicizia&potere che li ha affiancati a Matteo Renzi «nel viaggio di sola andata da Firenze a Roma». L’occasione per narrare l’epopea dei «Beatles di Renzi» è stata la presentazione del libro La mossa del cavallo a firma dell’ex premier: del 2005 l’inizio del sodalizio Renzi/Lotti (frantumatosi nel 2019 anche a causa di «Meb»,ovvero Maria Elena Boschi, ultimamente invisa a Lotti), del 2009 il primo incontro del Giglio che oggi vanta 4mila giorni di vita (quasi) in comune.
Un faccia a faccia di forte impatto è poi quello legato alla vita di due donne e scrittrici sovrappeso: Costanza Rizzacasa D’Orsogna e Sarai Walker. «Non siamo “curvy” o altri eufemismi. Solo grasse. Dopo un percorso di accettazione e rivendicazione dei nostri corpi abbiamo sentito il bisogno di portare sulla carta le nostre esperienze», afferma senza esitazioni Rizzacasa, autrice del romanzo Non superare le dosi consigliate (Walker lo è di Dietland). Una conversazione per scardinare i pregiudizi della «grassofobia» e per «denunciare tutto e non doversi più vergognare. Poter uscire di casa senza timori, non curarsi di chi si sente in diritto di ritenere la nostra vista offensiva». La forza della denuncia per cambiare atteggiamenti e angoli di osservazione. Come quelli — inattesi — che si possono avere da un faro. Nel mondo sono un’infinità. Nei due emisferi,ne sono stati individuati 12 come imperdibili da Andrea Milanesi. A partire da quello iberico di Torre di Ercole, costruito a Punta Herminia: è il faro funzionante più antico al mondo, circa 1900 anni di «attività», inaugurato ai tempi dei Romani. Leggere la mappa in questa estate particolare di viaggi a corto raggio offrirà alla fantasia l’occasione per un giro del mondo in un weekend.
Corpi ribelli
Due scrittrici si confrontano e sfidano l’ipocrisia: «Curvy? No, noi siamo grasse»
Una mappa per trovare i fari più affascinanti del mondo, dall’antica Europa all’Australia