«Sotto l’ombrellone, gli ambulanti senza mascherina»
Punta Ala. Prestigioso stabilimento balneare da 120 euro al giorno in alta stagione. Come da regolamento arrivo con mascherina, mi faccio misurare la temperatura, firmo un documento in cui dichiaro di essere sano, mi assumo tutta una serie di responsabilità etc... Mi compiaccio; anche io, medico, faccio firmare ai miei pazienti un documento simile prima di accedere in studio. Mi seggo al mio ombrellone circondato da persone tra cui mi sento abbastanza sicuro, hanno firmato tutte il mio stesso documento, mi appresto ad iniziare la sacra lettura mattutina del Corriere ma, cosa succede? Una processione ininterrotta di extracomunitari (cronometro alla mano uno ogni 100-110 secondi ) il 90% senza mascherina, mi sfila davanti provenendo dallo stabilimento alla mia destra, alcuni si fermano al mio ombrellone, o a quello di altri, offrono la mercanzia, si avvicinano a 30 centimetri dal viso delle persone, altri guidano una specie di negozio ambulante che si ferma sulla battigia di ogni spiaggia offrendo vestiti e costumi, ragazze e signore accorrono, toccano, provano, comprano. Altro che assembramenti, sei, sette persone in un metro quadro, le mascherine sono rimaste sotto l’ombrellone. Chiamo il capo bagnino: «Lei ha ragione signore, ma non possiamo far nulla». Chiamo la Capitaneria di Porto: «Prendiamo nota». La Usl: «Deve parlare con i vigili». I vigili: «Ha ragione ma è complicato, l’anno scorso hanno mandato in ospedale due vigili, deve denunciare ai carabinieri, comunque prendo nota». Sono senza parole. Giulio Libutti, Dr.libutti@Tiscali.it