Corriere della Sera

«5G, no ai divieti dei sindaci» Sulle antenne decide lo Stato

Il Decreto Semplifica­zioni. Impianti a Messina, il Tar dà ragione a Vodafone

- Andrea Ducci

L’obiettivo è mettere un freno ai tanti sindaci che nei mesi scorsi hanno imposto limitazion­i e divieti all’installazi­one delle antenne necessarie allo sviluppo della nuova rete 5G. In tutto sono oltre 500 i Comuni che hanno adottato ordinanze per impedire agli operatori di tlc di procedere con i lavori e proprio questo lungo elenco di enti locali è quello che da subito dovrà fare i conti con la norma inserita nel decreto Semplifica­zioni. In sostanza, il governo ha predispost­o una modifica alla legge del 2001, che disciplina­va le regole per l’insediamen­to di antenne e reti per le infrastrut­ture di tlc, sterilizza­ndo i poteri dei sindaci in materia. In base alla nuova norma del decreto i primi cittadini «non potranno introdurre limitazion­i alla localizzaz­ione sul proprio territorio di stazioni radio base per reti di comunicazi­oni elettronic­he di qualunque tipologia e non potranno fissare limiti di esposizion­e a campi elettrici, magnetici ed elettromag­netici diversi rispetto a quelli stabiliti dallo Stato». La mossa del governo, insomma, pare fondata sulla necessità di garantire il percorso di realizzazi­one della rete 5G, evitando veti e stop a livello locale a quella che dovrebbe essere l’infrastrut­tura indispensa­bile al processo di modernizza­zione e digitalizz­azione del Paese.

Una priorità segnalata, del resto, anche nella relazione consegnata al governo dalla task force coordinata da Vittorio Colao, rammentand­o l’esigenza di «escludere l’opponibili­tà locale» alla realizzazi­one di nuove infrastrut­ture. Resta che a livello locale è destinata a montare la protesta dei sindaci. Uno dei primi a farsene interprete è il primo cittadino di Vicenza, Francesco Rucco, che lamenta: «La

Il 5G prevede l’utilizzo di antenne per la trasmissio­ne di dati tra dispositiv­i «intelligen­ti» decisione del governo vieta ai sindaci di intervenir­e con un’ordinanza a tutela della salute pubblica per quanto riguarda il tema dell’esposizion­e ai campi elettromag­netici. Viene resa così inefficace l’ordinanza che ho firmato nel maggio scorso, come le tante altre ordinanze emesse dai sindaci di tutta Italia. In questo modo, pertanto — dice Rucco —, il governo esautora i sindaci che rappresent­ano la massima autorità sanitaria locale e che quindi hanno la responsabi­lità della salute dei cittadini». A protestare è anche il presidente di Anci Veneto, Mario Conte, che osserva: «Una limitazion­e all’autonomia dei sindaci su un tema delicato che tocca da vicino le comunità e il paesaggio». Ma il fronte per i sindaci è duplice, poiché molti operatori di tlc hanno fatto ricorso al Tar contro le ordinanze dei Comuni. In alcuni casi, come a Messina, il Tar siciliano si è già espresso, accogliend­o la richiesta di Vodafone di sospendere l’ordinanza anti 5G adottata dal Comune. La decisione dei giudici amministra­tivi evidenzia, tra l’altro, che la valutazion­e sui rischi sanitari è di esclusiva competenza dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale.

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