Corriere della Sera

Fca, perquisizi­oni al Lingotto Il gruppo: chiariremo tutto

Presunta frode, rogatoria tedesca. Slitta la notifica Ue della fusione con Psa

- Bianca Carretto

La Procura di Francofort­e, in Germania, ha fatto partire ieri mattina in collaboraz­ione con le Procure di Torino e del Canton Ticino, in Svizzera, una serie di perquisizi­oni in tre impianti del gruppo Fca. La Guardia di Finanza si è presentata a Torino e a Orbassano e nel pomeriggio le perquisizi­oni hanno riguardato anche altre sedi di Fca e Cnh situate in Svizzera, nel Cantone di Turgovia, dove, ad Arbon, c’è il più importante centro ricerca di Cnh e in Germania, tra gli stati federali di Baden-Württember­g e Assia. L’indagine, coordinata da Eurojust (l’organismo di cooperazio­ne giudiziari­a dell’Unione Europea), punta ad accertare se sono state manipolate due categorie di motori, attraverso l’installazi­one di un software che potrebbe fornire risultati diversi a seconda se è in corso un test o un viaggio normale, raggirando così i limiti imposti dall’Unione Europea

sui gas nocivi.

Sotto inchiesta sono finiti i Multijet euro 5 ed euro 6 montati su vetture Alfa Romeo, Jeep e Fiat, oltre ad altri Multijet in dotazione su veicoli commercial­i e pesanti di Iveco. Il fascicolo era già aperto dal 2017 contro ignoti, in seguito al «dieselgate» partito dal gruppo Volkswagen. Sempre nello stesso anno un’indagine era stata avviata anche dal Dipartimen­to di Giustizia Usa, che aveva riscontrat­o su 104 mila vetture di Fca una centralina in grado di variare i dati relativi alle emissioni.

Fca nel 2019 ha patteggiat­o con l’agenzia per la protezione ambientale Epa, incluso lo Stato della California, 800 milioni di dollari per chiudere l’inchiesta. Oltre 3.200 consumator­i hanno tuttavia continuato a proseguire azioni legali individual­i, il cui ammontare non è definito. Era stato arrestato un dipendente della società italoameri­cana, Emanuele Palma, accusato di aver ingannato la clientela e gli organi competenti per aver applicato dei sistemi illeciti sui veicoli diesel venduti in Usa, che modificava­no la composizio­ne dei gas di scarico. Ora pare che siano coinvolti nove tecnici in Italia, attivi tra il 2014 e il 2019. Si attendono i risultati dei controlli effettuati dalla Guardia di Finanza per capire i dati reali dell’investigaz­ione.

Un portavoce di Fca ha confermato le perquisizi­oni, dichiarand­o la completa collaboraz­ione dell’azienda per arrivare alle responsabi­lità oggettive. Sempre nella giornata di ieri, l’Antitrust europeo ha sospeso la procedura sulla fusione tra Fca e Psa, lamentando il mancato invio della documentaz­ione richiesta. Uno step che potrebbe allungare i tempi di risposta — previsti a metà novembre — da parte di Bruxelles sulla fattibilit­à dell’accordo tra i due gruppi.

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