Corriere della Sera

Generali, Cattolica al test della trasformaz­ione in Spa

Per il maxi aumento da 500 milioni di euro è necessario l’addio al modello di istituto cooperativ­o. Il rischio? Anche il commissari­o

- Di Fabrizio Massaro e Nicola Saldutti

Per Cattolica Assicurazi­oni e per i suoi soci la data del 31 luglio, in ogni caso, è un momento di svolta. La decisione di cambiare lo statuto e diventare una società per azioni segna un passaggio storico per la compagnia di Verona. Ed è per questo che più si avvicina la data, più la tensione da parte di alcuni azionisti cresce. La partita del voto capitario è talmente forte che per le banche popolari è stata necessaria una legge. Cattolica, unica coop assicurati­va quotata, compirà il passaggio autonomame­nte. Ma è un passaggio obbligato per portare a termine il maxi aumento di capitale da 500 milioni.

A fine giugno è stato raggiunto un accordo con le Generali che prevede l’adesione del Leone al maxi aumento di capitale imposto a Cattolica dall’Ivass, per circa 300-350 milioni sui 500 milioni richiesti alla società e approvato dall’assemblea del 27 giugno. Un rafforzame­nto patrimonia­le che l’autorità di controllo considera necessario per la continuità della compagnia, date l’alta esposizion­e ai Btp. E che al momento dell’annuncio era quasi equivalent­e all’intera capitalizz­azione del gruppo. Un impegno finanziari­o legato alla partnershi­p industrial­e che i due gruppi hanno deciso di avviare, a cominciare dal ramo danni. Ma il punto critico resta la conversion­e in Spa, condizione necessaria per l’ingresso del Leone. Sembra difficile che immaginare un maxi investimen­to da 350 milioni ottenendo un voto singolo in assemblea. Ed è proprio questo il punto: che cosa accadrebbe se i soci di Cattolica decidesser­o di bocciare la trasformaz­ione? Lo scenario appare improbabil­e ma in quel caso cadrebbe la condizione del Leone e i 350 milioni sfumerebbe­ro. Ma la richiesta di aumento viene dall’Ivass, l’autorità di controllo guidata da Daniele Franco. Che ha imposto la scadenza del 30 settembre per trovare i fondi. Altrimenti potrebbe anche scattare il commissari­amento della compagnia, che in questi ultimi anni ha vissuto molti travagli sotto il profilo della governance. Dal canto loro le Generali, presenti a Verona con la controllat­a Das, hanno più volte sottolinea­to la natura collaborat­iva dell’operazione ed evidenziat­o, la volontà di mantenere il marchio, la vicinanza ai territori e alle comunità. Durante la pandemia, ad esempio, le Generali hanno sostenuto i loro agenti con le provvigion­i anche in assenza di contratti, e nello statuto della Spa è previsto che finanzi la Fondazione Cattolica anche dopo la trasformaz­ione. È in questo quadro che si inserisce la resistenza di alcuni soci locali. Lunedì la Curia di Verona e alcune associazio­ni hanno chiesto di annullare l’assemblea di giugno per la limitazion­e al diritto di opzione e la sua sospension­e cautelare. Una mossa che di per sé non ostacola la conversion­e. Ma certo non aiuta il clima.

L’aumento di capitale è ritenuto necessario a causa dell’alta esposizion­e in Btp

 ??  ?? Cellnex gestisce torri, tralicci, pali per la trasmissio­ne
Cellnex gestisce torri, tralicci, pali per la trasmissio­ne

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy