Corriere della Sera

Arisa: pregiudizi dal mondo musicale

«Facevo la cameriera, poi l’estetista. Ho vinto due Sanremo ma a volte mi escludono»

- Renato Franco

Ricomincia­re ancora. «Serve prima di tutto a me cantare un brano che mi dica “puoi farcela, dipende solo da te” , perché a volte mi sento vittima degli eventi e giro in tondo aspettando risposte e gratificaz­ioni dagli altri. Questo genera un circolo vizioso di dubbi, insicurezz­e e tempo perso, e credo sia una sensazione molto condivisa». Il nuovo singolo di Arisa (da domani disponibil­e nei digital store e in radio) è il manifesto delle sue (buone) intenzioni. «Ricomincia­re ancora è un brano che esprime una grande positività, ma suscita anche spunti di riflession­e, un brano che vuole donare serenità e voglia di ripartire dopo il lockdown».

Arisa ha 37 anni, due Sanremo vinti, altre quattro volte in gara, una come co-conduttric­e (Festival di Conti), giudice di X Factor, una carriera piena, tanti look diversi, ora con i capelli corti ha trovato forse la sua identità definitiva: «Posso cambiare vestito ma dentro sono sempre io: fedele a me stessa, con le mie imperfezio­ni. Ho imparato che la vita va vissuta in maniera integrale, ad accettarsi per come si è. Mi definisco generosa, spaventata e tenace. Spaventata perché oggi pensiamo troppo prima di darci completame­nte: siamo esitanti nell’amore, nei rapporti, nelle amicizie. Abbiamo perso il valore del tempo, pensiamo di avere un tempo infinito, ma la vita è una sola».

La sua vita è la musica. «Non ho deciso che avrei fatto la cantante, l’ho sempliceme­nte fatto. Avevo 3 anni e mezzo quando mi sono esibita per la prima volta a un concorso davanti al pubblico. Canto da sempre, per me è una cosa naturale, non l’ho deciso. La musica mi dà gioia, è una cura a tanti mali e tante incertezze, è un’essenza celeste che ti pervade, ti fa dimenticar­e i problemi, le titubanze, è un unguento magico. Lavoro da quando avevo 13 anni. Facevo la cameriera, poi sono stata estetista fino al giorno che mi ha cambiato la vita. A Sanremo mi sembrava di stare in un parco giochi, ho conosciuto persone che un attimo prima vedevo solo in tv, era un sogno, immaginavo studi televisivi enormi e invece era solo un’illusione dello schermo, stavo scoprendo quella realtà che per tutta la vita mi aveva affascinat­o».

Le critiche fanno sempre male, ma ora ha imparato a essere più distaccata: «È strano. Le stroncatur­e rimangono sempre più impresse rispetto agli elogi: è un difetto degli esseri umani. Il compliment­o, l’apprezzame­nto danno vibrazioni positive ma non lasciano traccia, la critica invece crea sempre un trauma, una cicatrice che rimane. Con il tempo ho imparato ad ascoltare quello che penso io e le persone che mi sono vicine. Non do più retta a chi commenta senza sapere o solo per ferire a spada tratta».

Si è mai sentita esclusa dal mondo musicale, da certe lobby? «Sono sempre stata una solitaria, una che stava ad osservare, gli altri e la natura. Non mi interessa essere sempre in prima linea, perché vengo da una famiglia numerosa: quando sei in tanti non c’è nessuno di speciale. Se mi viene spontanea una cosa la faccio, se invece la devo fare per finta preferisco evitare. Quindi continuo a vivere come ho sempre vissuto anche prima di essere conosciuta come Arisa. A volte negli anni scorsi è capitato di sentirmi esclusa: e mi ha fatto arrabbiare più che soffrire. Sono stata l’unica a non aver mai fatto il concertone di Radio Italia pur avendo vinto due volte Sanremo».

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Arisa, vero nome Rosalba Pippa, è nata a Genova 37 anni fa
Voce Arisa, vero nome Rosalba Pippa, è nata a Genova 37 anni fa

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