Addio «coop rossa», la svolta anti-crisi della Ferrari
Binotto riforma l’area tecnica ma non cambia uomini. Rory Byrne a 76 anni richiamato in prima linea
Addio alla «macchina di tutti»: del telaista, dell’aerodinamico, del motorista, del verniciatore. La chiamavano la «coop rossa» e ha anche funzionato bene: nel 2017 e 2018 la Ferrari arrivò a lottare per il Mondiale con questo sistema, unico in F1.
Da ieri questa organizzazione a Maranello non esiste più, le monoposto che nasceranno — e quella attuale che deve rinascere — faranno riferimento, nel bene e nel male, ai progettisti. Enrico Cardile, David Sanchez e l’arzillo 76enne Rory Byrne (il genio aerodinamico dell’era Schumacher) per la nuova area «Performance Development».
Simone Resta per l’ingegneria del telaio, Enrico Gualtieri per il motore, Laurent Mekies per le operazioni in pista.
Gli stessi di prima, protagonisti di questo triste avvio di campionato. Niente epurazioni, né rimpasti, la risposta di Mattia Binotto alla crisi è soft. Nonostante i risultati ha vinto il partito della continuità. Ma la svolta è più profonda di quanto si veda, perché modificando la struttura il team principal rinuncia al modello che ha sempre adottato da quando da giovane stagista ha scalato tutti i ruoli: la catena di comando orizzontale era una sua idea, Sergio Marchionne l’avallò per «valorizzare le risorse interne». Ma della «coop» il leader di Fca era il motore. Scomparso lui, esaurita la spinta creativa, Binotto torna sui suoi passi per restare in sella e uscire dallo stallo. Nel nuovo organigramma piramidale ha dato pieni poteri ai vari capiarea e obiettivi, per placare le dispute e i rimpalli di responsabilità identificando margini d’intervento precisi.
Lui sarà sgravato da compiti tecnici, anche se non è stata creata la figura del d.t. come in altri team. La rivoluzione di velluto dovrebbe velocizzare lo sviluppo della macchina, un punto critico. Basta confrontare la quantità di novità che Mercedes e Red Bull sfornano a ogni gara con la lentezza del Cavallino. «Dovevamo dare un segnale di forte discontinuità e al tempo stesso ribadire la fiducia in questo gruppo: crediamo che il loro valore sia di assoluto livello e non abbia nulla da invidiare a quello dei nostri concorrenti». Sarà difficile il 2 agosto a Silverstone vedere miracoli, lo sguardo è sul futuro. Sul regolamento 2022, con Byrne richiamato in prima linea per riportare a Maranello uno splendido passato che non torna più.