«Milano, futuro verde Il governo? Non guardi più al Sud che al Nord»
Sala: non sono e non voglio essere come De Luca Il governo rischia di guardare più al Sud che al Nord
«Nessuno ha intenzione di penalizzare il Sud» dice al Corriere il sindaco di Milano Beppe Sala. Ma questo governo «rischia di guardare più al Sud che al Nord». Il futuro di Milano? «Sarà sempre più verde». E Poi: «Il salvinismo è in una fase involutiva. Quando le cose vanno veramente male la gente vuole concretezza e preparazione».
Sindaco Beppe Sala, oggi iniziano le sue vacanze. Una manciata di giorni per decidere se ricandidarsi o meno. A che punto siamo?
«Continuo a interrogarmi. Devo confessare che il concetto di “conferma” non mi è molto congeniale. Nella mia vita professionale ho sempre creduto nell’idea di cambiamento. In queste settimane sto lavorando a un progetto di evoluzione della città e mi sto confrontando con le sue ambizioni. Voglio capire se queste idee sono in grado di sorreggere il bisogno di cambiamento che è evidente anche a Milano. In tutto ciò, però, vorrei anche godermi la mia vacanza ligure fra mare e bicicletta».
Con chi si sta confrontando?
«Per Milano mi confronto con tutti, soprattutto a livello internazionale. Non voglio cavarmela con uno slogan, ma se mi ricandiderò voglio che sia una candidatura collettiva. Ora più che mai non deve nascere da una mia riflessione isolata e dalle poche persone che mi stanno normalmente più vicine. Io tendo a crearmi un pool ristretto di persone a fianco, nel bene e nel male, però in questo momento è necessario allargare la riflessione. Dal punto di vista emotivo il confronto è con una sola persona: la mia compagna Chiara».
Cosa le dice la sua compagna?
«Capisce che ricandidarsi comporterebbe una vita sacrificata, però mi dice anche: “Stai attento perché sei uno che ha sempre bisogno di grandi stimoli e motivazioni professionali”. Da qui a dire che questa è la conclusione ce ne passa».
Ci parli allora della sua visione del futuro di Milano.
«Il futuro di Milano parte dal suo presente. La nostra è una città che deve recuperare nell’oggi il suo dinamismo, che è la sua vera natura. In senso generale, poi, il futuro di Milano è verde. Lo dico come impegno, lo dico come convinzione, lo dico anche come utilità. A Milano lavoriamo molto sulla transizione ambientale, perché siamo convinti che sia il modo per riequilibrare un sistema che produce differenze e penalizzazioni. Siamo certi che la transizione è un fatto sociale e che dobbiamo guidare questo processo, altrimenti a pagarne le spese saranno sempre i più svantaggiati».
Un processo lungo.
«Non si cambia in poco tempo, questo deve essere chiaro a tutti. Ma le politiche che riguardano energia, mobilità, acqua, abbattimento degli inquinanti e cambiamento di stili di vita vanno iniziate da subito e, soprattutto, vanno di pari passo con le politiche sulla casa, sulla trasformazione del lavoro e sulla giustizia sociale. Milano è probabilmente il luogo più avanzato in Italia e uno dei più avanzati nel continente per mettere in pratica questo cambiamento epocale».
Però il centrosinistra si troverà di fronte un Salvini ancor più battagliero dopo il rinvio a processo e che farà di tutto per conquistare Milano. Non teme la Lega?
«Credo che in questa fase difficile e inedita l’idea di nazione che portano avanti i sovranisti stia mostrando la corda. Si devono fare i conti con realtà che escludono la separazione: i continenti e le reti di città. Il salvinismo è in una chiara fase involutiva. Quando le cose vanno veramente male la gente non si accontenta più di slogan, vuole concretezza e preparazione. Purtroppo all’interno della Lega non vedo un’alternativa a Salvini. Zaia è sincero quando dice che vuole stare in Veneto e che sta bene lì».
Come giudica la richiesta di dimissioni del governatore Lombardo Attilio Fontana da parte del centrosinistra?
«Ogni giorno viene fuori un pezzo di questa storia. Per cui ho deciso che la commenterò alla fine, quando il quadro sarà compiuto. Una cosa mi è chiara: alle prossime elezioni regionali il centrosinistra ha il dovere politico e morale di riprendersi questa grande Regione, che non merita di essere guidata da una Lega di slogan e senza idee».
Passiamo agli «amici». Nei giorni scorsi il ministro Provenzano ha parlato di sgravi fiscali al Sud. Il governo si è dimenticato del Nord?
«Il ministro Provenzano è tornato su un tema che avevo affrontato nelle scorse settimane, dove (con una semplificazione non certo mia) si è parlato di “gabbie salariali”. Nessuno ha intenzione di penalizzare il Sud, ma è evidente che questo governo rischi di guardare più al Sud che al Nord. Nel merito, mi sento di dire che la soluzione è trovare un equilibrio tra Nord e Sud, ma stiamo attenti a buttare lì proposte sulla fiscalità. Prendiamo l’Unione europea: stiamo chiedendo da anni un’armonizzazione fiscale sullo spazio del continente. Quindi è compatibile pensare una defiscalizzazione differenziata all’interno di un singolo Paese?».
Si è chiesto perché le parole di Provenzano non abbiano suscitato polemiche mentre a lei sono saltati al collo?
«Perché ora tutto ciò che nasce da Milano viene visto con grande attenzione. Milano ha avuto uno straordinario successo e ha suscitato qualche invidia. Detto ciò, Milano è diventata grande grazie al contributo di tutti. Sarebbe sbagliatissimo fare i risentiti e rinchiuderci in noi stessi. Non è nel nostro dna».
Cosa ha provato quando De Luca ha detto che a Milano, dopo gli aperitivi sui Navigli, si sono fermati a contare i morti?
«Ho pensato che io non sono così e non voglio essere così. Anche a me capita di essere polemico, però non credo che in un momento del genere, di fronte a tanta gente che ha sofferto, uno si possa permettere di dire queste cose. Lo dico più da milanese che da sindaco».
Seconda ondata. Saremo pronti?
«Sono preoccupato, perché, anche su questo punto, Milano sta in un sistema aperto, che è la Lombardia, dove le criticità sono evidenti, in particolare la debolezza del presidio sanitario territoriale. Provate a chiedere ai medici di base cosa ne pensano...».
Il salvinismo Il salvinismo è in una chiara fase involutiva L’idea di nazione portata avanti dai sovranisti sta mostrando la corda e la gente non si accontenta più di slogan
La compagna Credo che la riflessione sul futuro della città vada allargata Dal punto di vista emotivo, il confronto è con una sola persona: la mia compagna Chiara