Pil, calo record in Europa E l’Italia cade del 12,4%
Cinquanta miliardi in meno: è la variazione tra il primo e il secondo trimestre del reddito prodotto in Italia Ma secondo le stime di Confindustria ci sono le condizioni «per un significativo rimbalzo della produzione industriale»
Il Covid affossa anche i conti dell’Italia. Pil a -12,4%, con la ricchezza prodotta nel secondo trimestre 2020 in calo di 50 miliardi rispetto ai primi tre mesi. Un dato senza precedenti nelle serie storiche dell’Istat. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri rassicura: «Discesa meno grave del previsto». Gabriele Buia, presidente Ance: «Ora più investimenti e meno assistenza».
La ricchezza prodotta in Italia nel secondo trimestre è diminuita di 50 miliardi di euro rispetto ai primi tre mesi del 2020, passando da 406 a 356 miliardi. La flessione del 12,4% del Pil (Prodotto interno lordo), un dato senza precedenti nelle serie storiche dell’Istat, altro non è che il «pieno dispiegarsi degli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate», come rimarcato dall’Istituto di statistica. La combinata tra pandemia e lockdown ha avuto un violento impatto sulle attività produttive, innescando una
Il tracollo europeo
Dopo la Germania (10%) anche il tracollo di Francia (-13,8%) e Spagna (-18,5%)
frenata che tuttavia «si colloca all’interno di un contesto internazionale dove le principali economie registrano riduzioni di analoga portata a causa del diffondersi dell’emergenza sanitaria».
Il calo dell’Eurozona
I dati statistici del secondo trimestre sono un bollettino di guerra che segnala il calo del Pil del 13,8% in Francia, del 18,5% in Spagna, del 16,5% in Portogallo e la flessione, comunicata due giorni fa, del 10,1% della Germania, il peggior risultato dell’economia tedesca dal 1970. Oltreoceano la battuta di arresto degli Stati Uniti è stata addirittura più brusca, con un calo del pil del 32,9% su base annua. Un contesto che spinge il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a osservare che per l’Italia si tratta di «una flessione meno grave di quanto atteso dalla maggior parte delle previsioni». L’economia italiana, del resto, registra un calo della ricchezza in linea con quello dell’Eurozona, che nel secondo trimestre segna complessivamente una diminuzione del pil pari al 12,1%. «La stima di Eurostat sul pil nel secondo trimestre conferma che le conseguenze economiche senza precedenti del Covid-19 investono tutti i Paesi europei», tiene a dire il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni. Non a caso, Gualtieri ricorda che la stima per l’Italia prevedeva un ribasso del pil superiore al 15% e, poi, aggiunge che l’andamento del secondo trimestre «testimonia la solidità degli interventi messi in campo dal Governo e la possibilità per l’Italia di proseguire nel percorso di graduale e costante ripresa dell’attività economica». Il titolare di Via XX Settembre sottolinea che un’ulteriore spinta sarà ottenuta attraverso «le misure contenute nell’imminente decreto in via di finalizzazione», riferendosi alla manovra da 25 miliardi di euro che il governo si appresta a varare ad agosto.
Confindustria
Il quadro tuttavia preoccupa il Centro studi di Confindustria, che lamenta un calo del 19,2% della produzione industriale nel secondo trimestre e l’obbligo di fare i conti con una variazione acquisita del pil per il 2020 (ossia la ricchezza prodotta alla fine dell’anno in assenza di variazioni nei prossimi trimestri) che evidenzia una frenata del 14,3%. A fronte degli allarmi di Confesercenti e Cgil, che rimproverano al governo di avere inserito nel Def (Documento di economia e finanza) dello scorso aprile stime ottimistiche rispetto a quanto poi capitato, le previsioni della stessa Confindustria convergono su uno scenario di graduale ripresa. «Prosegue il recupero della produzione industriale in giugno (+2,3%) e luglio (+7,5%). Dopo un secondo trimestre in forte calo è atteso un rimbalzo nel terzo». Gli economisti di Viale dell’Astronomia ritengono, insomma, che ci siano le condizioni «per un significativo rimbalzo della produzione industriale (e del Prodotto interno lordo)».
La ripresa dei consumi
Dati confortanti arrivano, per esempio, dal versante dei consumi nel commercio al dettaglio, che nel mese di giugno è cresciuto del 12,1%. A certificarlo è l’Istat, specificando che le vendite dei beni non alimentari crescono del 24,4% rispetto al mese di maggio, mentre quelle dei beni alimentari diminuiscono lievemente(-0,6%). Nel confronto con il mese di giugno del 2019 il valore delle vendite al dettaglio è diminuito dell’1,8% nella grande distribuzione e del 6,4% per negozi e botteghe.
Sold out ad Agosto
Qualche dato positivo arriva anche dal turismo, un settore che vale circa il 13% del pil e che figura tra i più colpiti dagli effetti della pandemia. Nell’ultimo bollettino dell’Enit risultano «quasi sold out» le prenotazioni on line per la settima di ferragosto con il 79% delle disponibilità già vendute, un dato migliore della Spagna, dove il valore delle vendite si attesta al 72%. Ma per il 2020 Enit ricorda che «il contributo totale (che comprende gli effetti indiretti e indotti) del settore diminuirà di -5,8 punti percentuali, rispetto al 13% del pil nel 2019».