Un caso il film su Baggio: snobba le origini
La pellicola sull’ex Codino girata tutta in Trentino. La Commission di Vicenza: una follia
Le riprese del film sulla vita di Baggio inizieranno a fine agosto, la pellicola si chiamerà «Il Divin Codino» (prodotta da Netflix con il sostegno della Trentino Film Commission) e sarà interamente girato in Trentino. Ma Baggio è nato a Caldogno, in Veneto. E inizia la carriera di calciatore con il Lanerossi, squadra di Vicenza. Da qui le polemiche. La Commission di Vicenza: una follia.
La voce era circolata già due anni fa. Ricorda Vladimiro Riva. «Mi dicono: guarda che faranno un film sulla vita di Roberto Baggio e lo girano in Trentino. Pensavo fosse una boutade. Ma figuriamoci...».
Quella voce invece aveva un solido fondamento. Le riprese del film sulla vita di Baggio inizieranno a fine agosto, la pellicola si chiamerà «Il Divin Codino» (prodotta da Netflix con il sostegno della Trentino Film Commission) e sarà interamente girato in Trentino. Con tutta la scia di polemiche e di dissapori in salsa veneta che ne è seguita. Di cui si fa portavoce Riva, il quale conosce molto bene Baggio e rappresenta la Film Commission di Vicenza.
«Hanno scritto che sono arrabbiato. Ma la parola giusta è deluso. Non credo che Roberto abbia mai fatto una sola partita in quella regione. Forse non c’è stato neanche in ritiro. Cosa c’entra quella terra con la sua vita? Una follia. Non capisco come Roberto abbia potuto dare il suo assenso. Sono deluso, ecco tutto». Concetto territoriale, un po’ campanilistico, condiviso dal Presidente del Coni veneto, Gianfranco Bardelle: «È una mancanza di rispetto per Vicenza, le radici e la nostra cultura sportiva».
Del film annunciato nel 2019 si erano perse le tracce a causa del lockdown. Poi due settimane è stato dato l’annuncio dei casting a Trento per assumere comparse e calciatori. Alle audizioni sono state ammesse persone con requisiti: residenti in Trentino, dal fisico atletico, privi di tatuaggi e di piercing, con tagli di capelli non alla moda di oggi.
In questo scenario giocano un ruolo le «Film commission»: autorità amministrative locali che offrono incentivi e finanziamenti allo scopo di accaparrarsi le produzioni cinematografiche ed audiovisive. Quella trentina è particolarmente attiva e remunerativa. Riva rincara la dose e la butta in politica: «Questa è una questione che può far arrabbiare la gente veneta. Con l’autonomia speciale di cui gode, il Trentino dispone di risorse che noi non possiamo raggiungere».
Dall’altra linea del fronte, dice di non capire il senso della polemica Giampaolo Pedrotti, presidente della Film Commission di Trento: «Chi gira film sa che è fondamentale la componente industriale. Quella cinematografica è un’impresa culturale ma sempre impresa. Noi apriamo dei bandi e offriamo servizi. Ci hanno chiamati pure da Bollywood».
Le polemiche non si sono limitate solo a due territori (Veneto e Trentino), di cui uno rivendica l’appartenenza locale e le origini territoriali del proprio campione. Anche in Trentino c’è chi non ha gradito il ruolo «industriale» di un’autorità come la Film Commission. Un consigliere provinciale di Trento, Filippo Degasperi, ha ironizzato: «Dopo i film sulle tonnare ora la nostra Film Commission finanzia e fa diventare trentino pure Baggio?».
«Intanto per questo film noi abbiamo elargito un finanziamento di soli 200 mila euro — risponde Pedrotti—. La verità è che offriamo validissime condizioni in termini di maestranze e capacità professionali. Ci sono i locationmanager che trovano gli ambienti adatti. Se la regia ha scelto il nostro territorio significa che le condizioni ambientali sono soddisfacenti. Ci sarà un motivo se son venuti qui personaggi come Tornatore e Scamarcio? Siamo sul mercato».
Chi fino ad ora non ha parlato è Roberto Baggio (interpretato nel ruolo dall’attore Andrea Arcangeli), che tuttavia farà da consulente all’intera produzione. La regia è stata affidata a Letizia Lamartire che ha debuttato due anni fa sul grande schermo con la pellicola «Saremo giovani e bellissimi» e ha firmato la regia di alcuni episodi della serie Netflix «Baby». Ha detto del film: «È la storia di un uomo umile con un talento smisurato che con le sue giocate ha cambiato il calcio italiano. Racconteremo anche il percorso di una persona che attraverso le sofferenze personali ha raggiunto grandi trionfi in campo». La sofferenza. Riva ci ritorna su: «La conosco bene. Proprio per questo continuo a non capire Roberto. Dove ha dato i primi calci alla palla?».