Corriere della Sera

I ricordi, le paure: così è svanito il fenomeno Ilicic

Il bomber dell’Atalanta ha smesso di giocare La pandemia ha riaperto ferite nel suo cuore: dai morti di Bergamo alla guerra nei Balcani

- Di Arianna Ravelli

Il mistero di Ilicic. L’attaccante dell’Atalanta non gioca dall’11 luglio e ora è tornato in Slovenia. Dopo la pandemia non è stato più lui.

L’Atalanta che trionfa nella notte di Valencia e scolpisce il suo nome nell’élite della Champions, lui che segna quattro gol, dribbling, serpentine, estasi tecnico sportiva, le suggestion­i di Pallone d’oro. L’epicentro della pandemia, il conteggio dei morti, il suono delle sirene, i camion dei soldati che di notte trasportan­o le bare via da Bergamo. Forse è stato troppo. Troppo tutto assieme e troppo velocement­e.Quello che è sicuro è che Josip Ilicic quando il pallone ha ricomincia­to a rotolare e quando tutti parlavano di ritorno alla vita è sparito. Ultima comparsa in campo l’11 luglio contro la Juventus, spento, depotenzia­to, poi basta. Un recupero che slitta a non si sa quando, forse nemmeno all’inizio della prossima stagione, il permesso di tornare in Slovenia per riprenders­i. Due parole sussurrate dal suo allenatore Gian Piero Gasperini, «gli siamo vicini», altre che rimbalzano «problemi personali» e che come succede quando il mistero è fitto hanno preso la forma di bufale, come quelle di un rapporto in crisi con la moglie Tina, anche lei, come Josip, scappata in Slovenia dalla guerra, e conosciuta dentro lo stadio dell’Interblock, dove lui cercava di prendere il volo e lei si allenava sui 400 metri. Come ha raccontato

Viaggiamo alla giornata. Difficile che Josip torni per la Champions. Gli siamo vicini G. Gasperini

in una delle rarissime interviste rilasciata a Sportweek ai tempi di Palermo, il primo approdo in Italia.

E ora che succede? Attorno si è alzata una barriera di silenzio che sa di protezione. E di rispetto per un ragazzo che non si sa cosa abbia, ma che di sicuro sta soffrendo. Un ragazzo molto sensibile (al portale croato 24sata a febbraio aveva detto: «Quello che è successo a Davide Astori è stato nella mia testa per giorni. Non riuscivo a dormire, ho pensato: “E se non mi svegliassi la mattina, e se non vedessi la mia famiglia?”»), solitario, con il culto della privacy. A Zingonia lo chiamano «la nonna», perché ascolta ogni malanno. «So già cosa mi vuole chiedere, ma io non parlo. Clic», la reazione del manager Amir Ruzniç. Ma non è per morbosità se tutti si chiedono che fine ha fatto Ilicic, è che questi tempi hanno già portato via così tanto che il rischio di vedere perduto un talento come il suo fa malinconia. «Ogni tanto lo chiamo per sapere come sta, ma adesso non mi ha risposto — racconta Antonio Sivec, che quando era a Palermo, gli faceva da interprete —. Cosa sta succedendo? Per me si è spaventato con la pandemia. Ma non per sé, per le sue bambine. Lui con loro vuole essere il padre che non ha mai avuto. Tutti quei morti gli avranno ricordato la guerra... sarà sconvolto, altra spiegazion­e non esiste; questa è paura, paura che ti blocca le gambe». Certezze non ce ne sono.

Nemmeno sul passato. Ilicic è nato nel 1988 a Prijedor, in Bosnia e Erzegovina, poi luogo di un terribile eccidio; suo padre è morto quando lui aveva sette mesi, pare per malattia, anche se in Slovenia girano altre ricostruzi­oni. «Non so cosa voglia dire la parola “papà”, sono stati i compagni di scuola a spiegarmi cos’è», ha raccontato una volta. E chissà che dentro non sia rimasto un buco nero dentro il quale ogni tanto il ragazzo si perde.

Per me si è spaventato con la pandemia. Ma non per sé: si è spaventato per le sue bambine A. Sivec

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Il calciatore Josip Ilicic, 32 anni
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Josip Ilicic, 32 anni, è nato a Prijedor, città della Bosnia a maggioranz­a serba. Di etnia croata, il padre è morto quando lui aveva sette mesi. La famiglia si è trasferita in Slovenia. Josip vive con la moglie Tina e le due figlie, Victoria e Sofija
In campo Josip Ilicic, 32 anni, è nato a Prijedor, città della Bosnia a maggioranz­a serba. Di etnia croata, il padre è morto quando lui aveva sette mesi. La famiglia si è trasferita in Slovenia. Josip vive con la moglie Tina e le due figlie, Victoria e Sofija
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