Sarà una donna a guidare i 5 Stelle?
Dopo le Regionali la discussione sul capo politico. Le manovre per frenare Di Battista
Si fa strada l’idea di una leader donna per i 5 Stelle. In lizza Chiara Appendino, sindaca di Torino, e la senatrice Paola Taverna.
Una donna leader, un rimpasto sul tavolo e una guerra intestina da chiudere quanto prima: l’agosto del Movimento si preannuncia caldo. All’orizzonte ci sono questioni aperte e rimandate per mesi. Tutte inevitabilmente legate tra loro, fondamentali per capire gli equilibri (del governo e dei Cinque Stelle) che saranno.
I gruppi
La prima ad essere affrontata sarà quella relativa ai gruppi parlamentari. Nella giornata di giovedì è successo di tutto. Prima diversi deputati hanno raccolto una sessantina di firme per la sfiducia al direttivo, poi i vertici hanno tentato di convocare un’assemblea su Zoom (quando poche ore prima si era tenuta in presenza), alla fine è partita la richiesta per un’assemblea congiunta di deputati e senatori per martedì prossimo. Si tratta del preludio alla richiesta di un cambio della guardia, con l’ipotesi di votare i sostituti dei due direttivi già ai primi di settembre.
Il reggente
L’ala contiana ne esce ridimensionata. Ortodossi e governisti invece sono in una fase di stallo. Alcune voci critiche come Giorgio Trizzino vedono le cause della frantumazione «nell’abbandono precipitoso da parte di Luigi Di Maio dell’incarico di capo politico, nell’esitazione nell’indire l’Assemblea e nell’esistenza di fazioni influenzate spesso da componenti di governo». E rilancia: «Occorre un congresso vero, organizzato per mozioni». Ma in realtà per ora prevale l’attesa. Il reggente Vito Crimi ieri è finito nel mirino del gruppo dopo le dichiarazioni in cui ha sostenuto che i deputati «sono convinti che abbiamo fatto un buon lavoro».
L’ipotesi rimpasto
In questa situazione, prima del voto sulle Regionali, con i territori che premono per avere una autonomia sulle intese locali (ieri i pugliesi hanno ratificato con il 78,3% il sì alle intese con liste civiche) c’è chi auspica un rimpasto di governo veloce, una suggestione che i dem sposerebbero, ma che necessita di una sponda comune tra Giuseppe Conte e Di Maio e di una strategia per arginare i possibili temporeggiamenti di Italia viva. Una possibilità agostana.
I nomi per la guida
Solo dopo le urne, ci sarà spazio per i Cinque Stelle del futuro. ma alcuni punti sono già chiari. Davide Casaleggio preme per nuovi criteri di selezione e il 4 ottobre (compleanno del M5S) ha intenzione di dare il la al suo progetto. Beppe Grillo pare voler attendere gli sviluppi della situazione, mentre Di Maio è sempre più a suo agio nel ruolo di «regista» ed è difficile che torni in prima linea. Ecco allora, anche per contrastare l’idea di Alessandro Di Battista capo politico in solitaria («amato dalla base ma non dai gruppi parlamentari», dicono a Roma), rispuntare la suggestione di una donna. Il nome che circola è sempre quello di Chiara Appendino e gli Stati generali organizzati a Torino suonano come il preludio di una investitura. C’è anche Paola Taverna pronta a correre (ma la sua candidatura è sminuita da alcuni big: «Non ha i numeri») e Stefano Buffagni come outsider. Ma se sarà una coppia, un triumvirato o un capo affiancato da una mini-segreteria di 5-6 persone è ancora da decidere, anche per provare a tenere unito un M5S sempre più lacerato.