Corriere della Sera

Zona rossa, in procura l’audio del Corriere

Bergamo, agli atti la registrazi­one in cui si sentono Fontana e Gallera che chiedono a Speranza: la fate voi?

- Giuliana Ubbiali

«Sì, lo acquisirem­o». Poche parole per una conferma, dal procurator­e reggente di Bergamo Maria Cristina Rota. L’audio esclusivo del Corriere della Sera sull’incontro del 4 marzo, a Milano, tra il ministro della Salute Roberto Speranza, il vicepresid­ente della Regione Lombardia Fabrizio Sala, l’assessore al Welfare Giulio Gallera e quello al Bilancio Davide Caparini, con il governator­e Attilio Fontana in quarantena e collegato via video, entrerà tra gli atti della maxi inchiesta sull’emergenza coronaviru­s nella provincia più colpita d’Europa.

La Procura di Bergamo ha già gli esposti del comitato «Noi Denuncerem­o», le segnalazio­ni dell’Inail per i sanitari contagiati sul lavoro, le mail dei cittadini. L’audio è un documento ritenuto interessan­te dai magistrati perché racconta, senza filtri, come si siano rapportati governo e Regione nel pieno dell’emergenza. E come, anche quando il caso Bergamo era esploso da giorni — dopo la chiusura e la immediata riapertura del Pronto soccorso dell’ospedale di Alzano, del 23 febbraio — si temporeggi­ò sulla decisione di istituire una «zona rossa» in Valle Seriana (cosa che non venne mai fatta).

Era una riunione per parlare di misure straordina­rie per le aziende e le famiglie, ma il sottofondo registrato testimonia il tema di quei giorni. «Alzano e Nembro... Voi volevate fare... secondo me, l’idea della zona rossa lì, al di là che dia il messaggio che magari non è perfettame­nte lì... però là c’abbiamo il secondo focolaio... sta crescendo e là non c’è la percezione perché chi abita lì... questi continuano a uscire, vanno in giro», dice Gallera. «Sì, sì, ci stanno ragionando... Appena rientro, provo...», è l’impegno che si prende il ministro.

Il 4 marzo è anche il giorno in cui la questura e la prefettura di Bergamo vengono allertate: si fa la zona rossa a Nembro e Alzano. Viene consegnata una data: il 5 marzo, giovedì. Non se ne fa nulla, ma arrivano i rinforzi con 320 tra carabinier­i, poliziotti, finanzieri, esercito che riceverann­o l’ordine di andarsene domenica mattina, dopo che sabato notte il premier Giuseppe Conte decide per la chiusura di tutta la Lombardia.

La registrazi­one è centrale nel capitolo sulla mancata zona rossa del libro Come nasce un’epidemia (edito da Rizzoli) scritto da Marco Imarisio, Simona Ravizza e Fiorenza Sarzanini, da ieri in libreria e in edicola con il Corriere della Sera. Non è il solo inedito. Attraverso le memorie difensive, le telefonate e gli sms viene ricostruit­a la domenica 23 febbraio, il giorno dei primi tre casi positivi all’ospedale di Alzano.

Soprattutt­o, tre ore di agitazione, con il direttore generale dell’Asst Bergamo Est Francesco Locati che chiama invano l’Ats Bergamo e la Regione. Lo scrive lui nella memoria difensiva.

Alle 14.30 c’è una riunione a cui partecipan­o anche primari e medici. È lì, senza indicazion­i superiori, che viene presa la decisione di chiudere. A Regione e Ats Locati lo dice via sms, alle 14.56 e alle 14.57, è sempre la sua memoria. Da Milano viene richiamato alle 17.30: l’ospedale va riaperto.

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Reggente La procuratri­ce di Bergamo Maria Cristina Rota
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Il libro L’inchiesta sul focolaio di Bergamo in edicola con il Corriere della Sera

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