Posti senza limiti sui treni veloci L’allarme del Cts: «Preoccupante»
L’annuncio di Trenitalia e Italo. Anche in Lombardia sui mezzi pubblici si può occupare il 100% dei sedili
«Noi abbiamo semplicemente applicato le regole», dicono da Italo. «E comunque siamo pronti ad attenerci ad eventuali nuove disposizioni», assicurano anche da Trenitalia. Intanto, però, è successo che da ieri i treni ad alta velocità in Italia hanno ricominciato a viaggiare al completo, con il 100 per cento dei posti occupati.
Fine del distanziamento, niente più sedili vuoti. E la novità non è piaciuta affatto in seno al Comitato tecnico scientifico del governo, in un momento in cui la curva dei contagi è tornata a crescere e l’indice Rt è ormai prossimo all’1 a livello nazionale: «Una scelta che desta molta preoccupazione», hanno detto subito gli scienziati.
«Una scelta del tutto sbagliata — afferma perentorio il professor Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza — Proprio il distanziamento contribuisce alla sicurezza di questo mezzo di trasporto, il treno, che diventerebbe altrimenti insicuro», fa notare il consulente ministeriale.
Già. Va detto però che le Frecce di Trenitalia e i convogli superveloci di Italo si sono limitati a osservare e mettere in pratica le disposizioni contenute nel Dpcm dello scorso 14 luglio, che resterà in vigore fino all’8 agosto. Disposizioni adottate in base a linee guida approvate a suo tempo dallo stesso Comitato tecnico scientifico ed inserite poi nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri firmato dal premier Conte il 14 luglio. Nel documento si legge testualmente: «A bordo dei treni a lunga percorrenza è consentito derogare al distanziamento interpersonale di un metro nei casi in cui...».
E, più sotto, ecco un lungo elenco di condizioni stringenti tra cui: il riciclo dell’aria attraverso l’impianto di climatizzazione o mediante l'apertura delle porte esterne alle fermate; la misurazione della temperatura con termoscanner o termometri prima di salire a bordo. E ancora: l’obbligo per il passeggero di indossare una mascherina chirurgica con la sua sostituzione ogni 4 ore; eppoi salite e discese individuali dal treno; nessuna possibilità di cambiare il posto assegnato durante il viaggio, al fine di evitare contatti stretti nella fase di movimentazione; un’autodichiarazione, infine, al momento dell’acquisto del biglietto, con cui il passeggero attesta di non essere affetto da Covid, di non accusare sintomi a esso riconducibili, di non essere sottoposto a quarantena e certifica infine di non essere stato in contatto con persone contagiate dal virus. Insomma, un lungo elenco di regole entrate in vigore il 14 luglio e a cui Trenitalia e Italo si sono via via uniformate in queste due settimane per farsi trovare pronte ieri, quando i treni sono ripartiti al completo.
Ma non solo: anche in Lombardia, da oggi fino al 10 settembre, su treni regionali, bus, tram e metropolitane sarà consentita l’occupazione del 100 per cento dei sedili e del 50 per cento dei posti in piedi, sempre con l’obbligo della mascherina. Lo ha stabilito un’ordinanza regionale che ricalca quella di fine giugno dell’Emilia-Romagna (varata con l’ok del comitato scientifico locale).
Il Cts nazionale, però, proprio non ci sta: gli scienziati sostengono di non aver dato alcun via libera, giovedì scorso, alla richiesta di valutazione del nuovo piano per i treni ad alta velocità inviata loro dal ministero dei Trasporti.
La situazione potrebbe comunque cambiare già tra qualche giorno, dopo la proroga dello stato d’emergenza decisa fino al 15 ottobre. Il nuovo Dpcm, atteso per l’8 agosto, sostituirà infatti il decreto del 14 luglio e conterrà — secondo fonti di governo — «un’armonizzazione» delle misure. Comprese quelle per i treni ad alta velocità.