Via libera dell’Aifa a sperimentare il vaccino italiano
Tra i 200 pretendenti al vaccino c’è anche una squadra tutta italiana. La nostra agenzia del farmaco, Aifa, ha autorizzato la sperimentazione dell’anti-Covid prodotto da ReiThera, centro di proprietà svizzera con sede a Castel Romano. Lo studio è stato già valutato positivamente dall’Istituto Superiore di Sanità. Previsti test su 90 volontari sani, fra adulti e anziani. Li seguirà lo Spallanzani assieme al centro ricerche cliniche di Verona. Siamo ai primi passi, la fase uno. Almeno 5 candidati vaccini nel mondo sono alla fase 3, quello firmato dallo Jenner Institute di Oxford e in parte «costruito» all’Irbm di Pomezia, viene provato su 40 mila volontari. Il vaccino made in Italy è basato su un vettore, un adenovirus disattivato, che porterà nell’organismo il liquido deputato a stimolare la risposta immunitaria. «È una bella notizia che presso due centri italiani si avvii la sperimentazione. È un’altra opzione sul campo che potrebbe farci uscire definitivamente dalla crisi e dimostra come la ricerca italiana sia all’avanguardia», sostiene il progetto Roberto Speranza, ministro della Salute. Gaetano Manfredi, Università, si unisce e fa il tifo: «Stiamo lavorando senza sosta per dare presto risposte al Paese. È un passo importante dal punto di vista scientifico». Secondo i dati dell’Istituto Milken di Pasadena sono 199 i prodotti in sviluppo nel mondo, una ventina avviati alla sperimentazione sull’uomo e 5 hanno tagliato il traguardo dell’ultima fase di sperimentazione: 3 cinesi, uno prodotto dallo Jenner Institute in collaborazione con Irbm-Advent e quello americano di Moderna, società biotech di Cambridge. Ci sarebbe anche un sesto concorrente in corsa, battezzato dal Gameya di Mosca.