Corriere della Sera

«È ora di concentrar­si più sugli investimen­ti e meno sull’assistenza Decisivi i costruttor­i»

Buia (Ance): prorogare il superbonus del 110% al 2022

- di Enrico Marro

Il Pil nel secondo trimestre è crollato del 12,4%. Il governo dice che ci riprendere­mo. Lei come la vede?

«Un dato così me l’aspettavo – risponde Gabriele Buia, presidente dell’Ance, l’associazio­ne dei costruttor­i -. Il lockdown è stato come una gigantesca sberla. Ma ora dobbiamo reagire con spirito di squadra, puntando più su impresa e lavoro e meno sui sussidi».

Come giudica le misure prese finora dal governo?

«Passato il primo momento, sarebbe stato meglio concentrar­si sugli investimen­ti,

invece vedo che si continuano a prorogare interventi assistenzi­ali o che danneggian­o le imprese. Mi riferisco non solo alla cassa integrazio­ne, che andrebbe riservata ai settori più in crisi, ma anche all’eventuale proroga del blocco dei licenziame­nti».

Probabilme­nte fino alla fine dell’anno.

«Sarebbe una misura incomprens­ibile. Guardi, mi è molto chiaro il problema sociale, però non è con il blocco dei licenziame­nti che si risolve. Così si crea solo un danno ulteriore alle aziende. E se vengono meno le imprese non ci sarà più occupazion­e, altro che blocco dei licenziame­nti. Dobbiamo aiutare le imprese a resistere e a rilanciars­i, non ammazzarle. Bisogna investire e potenziare le politiche attive del lavoro».

Le costruzion­i dovrebbero beneficiar­e della semplifica­zione degli appalti pubblici e, sul fronte privato, del superbonus al 110%. Sarà così?

«Il nostro settore è decisivo per l’economia. Noi attiviamo l’86% dei comparti industrial­i, dalla produzione di viti a quella del cemento. Abbiamo una filiera molto lunga e un moltiplica­tore alto dei nostri investimen­ti ai fini della crescita. Se guardiamo in particolar­e agli ultimi anni, su circa 130 miliardi di investimen­ti in costruzion­i all’anno, l’80% è nel privato, mentre il pubblico soffre dell’atavica incapacità di spendere le risorse».

I famosi 127 miliardi per opere cantierabi­li che non si riescono mai sbloccare?

«Sì, perché i tempi per le autorizzaz­ioni sono biblici, senza contare che molte opere per le quali sono previsti gli stanziamen­ti non hanno nemmeno i progetti».

La situazione migliorerà con il recente decreto legge Semplifica­zioni?

«Nel provvedime­nto ci sono molte misure positive, ma c’è un difetto di fondo: la riforma si concentra sulle procedure di gara mentre il problema sta a monte, perché la gran parte del tempo si perde tra lo stanziamen­to fino alla gara. Prenda l’esempio del contratto di programma di Rfi (Rete ferroviari­a italiana) per il 2017-21. Solo per allocare le risorse sono necessarie 11 autorizzaz­ioni e poi partiranno i progetti. Per non parlare dell’Anas, che è ancora più indietro. Se non snelliamo le procedure autorizzat­ive, non accorcerem­o i tempi che ora assorbono in media 5 anni».

Cosa propone intanto?

«Abbiamo suggerito al governo che Cassa depositi e prestiti anticipi ai comuni le risorse per far partire i lavori già pronti, che hanno tutte le autorizzaz­ioni. Il nostro ufficio studi ha censito 39 miliardi spendibili subito».

Il superbonus del 110% funzionerà?

«È una misura importante. C’è molto interesse ed è essenziale che le famiglie possano fare questi interventi. Ma non basta. Occorre favorite la messa in circolo delle risorse private per sostenere il mercato della casa. In questo senso sarebbe bene prorogare il superbonus di almeno un anno oltre la scadenza ora fissata alla fine del 2021. Prima dei lavori sono infatti necessarie tutte le verifiche di conformità edilizia e questo potrebbe creare un ingorgo».

Ance sarà coinvolta nella preparazio­ne del Recovery plan? Porterete i vostri progetti al governo?

«Penso e spero che saremo coinvolti. Il governo ha tra le sue priorità gli investimen­ti in infrastrut­ture. E qui è lo stesso governo che deve avere i progetti. Ma temo che la capacità progettual­e sia al momento carente».

Paghiamo anche la mancanza di grandi imprese. Se davvero arrivasser­o tutti i finanziame­nti Ue, avremmo aziende, ingegneri, tecnici e operai sufficient­i?

«Il nostro settore, anche se dal 2008 ha sofferto una moria di imprese e lavoratori, ha ancora tante eccellenze che bisogna sostenere: restiamo un comparto strategico».

Non è con il blocco dei licenziame­nti che si risolve il problema del lavoro

 ??  ?? Gabriele Buia, presidente Ance
Gabriele Buia, presidente Ance

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy